Il 70% delle donne migranti in viaggio verso gli Stati Uniti, provenienti da paesi dell'America centrale, sarebbero vittime di stupro e di altre violenze quando attraversano il Messico. Il dato allarmante arriva dall'Ong "Movimiento migrante mesoamericano" ed è stato confermato da esperti di immigrazione dell'Università autonoma del Messico, in prima linea nell'informare le migranti sui propri diritti.
E' UNA STIMA REALISTICA
"E' un tasso realistico, pur essendo una stima poiché le vittime non sporgono mai denuncia", ha sottolineato Andrea Gonzales, studiosa ed attivista dei diritti dei migranti, fondatrice di "Ustedes Somos Nosotros" ("Noi siamo voi"). Una condizione insostenibile per le donne migranti, che si è ulteriormente deteriorata nel contesto delle tre carovane dirette verso il confine con gli Usa.
"VITTIME DI POLIZIOTTI CORROTTI"
"Il corpo delle donne è l'unica moneta di scambio di fronte a poliziotti corrotti per superare i posti di blocco, sempre più numerosi" hanno denunciato gli attivisti dell'Ong regionale. Oltre ai "favori sessuali" a poliziotti, agenti dei servizi di immigrazione e narcotrafficanti, le migranti vengono rapite da gang criminali, che poi le liberano dietro pagamento di un riscatto, mentre in altri casi sono costrette a prostituirsi o a cucinare per i loro boia.
CONSIGLI PER LE MIGRANTI
Tra le soluzioni trovate dalle migranti, quella di viaggiare sempre in gruppo per essere meno vulnerabili, ma soprattutto il "piano B", così lo chiamano; ovvero iniezioni di contraccettivi non appena superano il confine messicano, con farmaci a base di medrossiprogesterone, venduti senza ricetta, che bloccano l'ovulazione per diversi mesi.