Cabo Polonio è uno dei gioielli più belli dell’oceano Atlantico, un diamante che sorge sulla costa orientale dell’Uruguay. Negli anni ’70 pescatori e artigiani hanno dato vita a un insediamento urbano trasformatosi in un luogo semplicemente paradisiaco. Un’area, però, che oggi è a forte rischio. Già, perché per Cabo Polonio non è stato mai previsto un vero e proprio piano regolatore. E lo Stato sta per distruggere ben 26 case.
Ne parliamo con Franco Simini, un ingegnere italiano nato in Turchia. Un ‘trottamondo’, come si dice. Di padre italiano e di madre francese, Simini ha studiato in Inghilterra, si è laureato in Italia e lavora anche in Brasile. Soprattutto, ha a cuore le sorti di Cabo Polonio.
“In questo momento è una zona ferita a morte – spiega -. Sono due i problemi più rilevanti: le dune di sabbia più alte del mondo che stanno sparendo e l’assenza di una politica sanitaria, non essendo l’area servita da acqua corrente ed elettricità”.
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