"In Parlamento è iniziato l’esame del bilancio preventivo per il 2019 e del bilancio triennale 2019-2021. La proposta del governo è contestata dall’Europa, che denuncia l’aggravamento del deficit e le ipotesi irrealistiche di crescita, mette in fuga i capitali stranieri e spinge in alto lo spread, bruciando miliardi per il pagamento degli interessi, interrompe la ripresa degli investimenti che i precedenti governi avevano avviato, dopo l’uscita dalla crisi, e apre spazi insostenibili di assistenzialismo. Senza parlare della caccia allo straniero che trasuda da ogni angolo del provvedimento e che, migranti tra i migranti, ci ferisce nel profondo".
A dichiararlo in una nota congiunta sono i parlamentari del Partito Democratico eletti all’estero Laura Garavini, Francesco Giacobbe, Nicola Carè, Francesca La Marca, Angela Schirò e Massimo Ungaro. "Per gli italiani all’estero", si legge ancora nella nota, "le prospettive non sono migliori. Nell’immediato, l’ancoraggio determinato dai governi di centrosinistra nelle politiche che li riguardano consente una copertura fino al 2020, ma appena gli effetti del bilancio triennale del governo Gentiloni cessano, la musica cambia totalmente. Nel 2021, infatti, gli investimenti per l’internazionalizzazione promossi dal Ministero degli esteri precipitano di 13 milioni e quelli per la promozione culturale di 22. Un colpo, insomma, di 35 milioni che rischia di tramortire nella culla la strategia della promozione integrata del Sistema Italia all’estero, che la nostra amministrazione giustamente ha perseguito soprattutto per compensare la stagnazione interna".
"Uno degli aspetti più preoccupanti", aggiungono i deputati PD, "è il mancato prolungamento, oltre il 2020, del Fondo per la promozione della lingua e cultura italiane nel mondo che con i suoi 150 milioni in quattro anni aveva consentito di ristorare voci di spesa ormai esangui (Dante Alighieri, Istituti di cultura, corsi di lingua, cattedre di italianistica, borse di studio, ecc.). Una prospettiva di pesante regressione che ci riporterebbe agli anni più bui".
"E per rimarcare quale considerazione gli italiani all’estero debbano aspettarsi da questo governo", concludono gli onorevoli eletti all’estero, "c’è la scomparsa dei miglioramenti ottenuti in virtù dei nostri emendamenti dai loro organismi di rappresentanza - COMITES e CGIE - rispettivamente di 1 milione e di 400 mila euro. A cui si aggiungono le reiterate minacce prima di dimezzamento e poi di azzeramento dei contributi alla stampa italiana all’estero. In queste ore stiamo presentando il nostro pacchetto di emendamenti, di cui daremo conto, e su di essi saremo fermi e determinati. Ma il nostro appello è che, nell’interesse degli italiani all’estero, si possa trovare, pur nella netta distinzione delle posizioni, un cammino di dialogo e di comune responsabilità".