Igor Meneghello è un giovane costumista friulano che lavora principalmente durante il carnevale di Venezia. Disegna su richiesta vestiti e parrucche storiche, principalmente del settecento ma non solo. Da un mese si trova a Montevideo per una serie di conferenze e seminari su invito dell’associazione Daecpu (Directores Asociados de Espectáculos Carnavalescos Populares del Uruguay). Lo abbiamo incontrato al termine di questa importante esperienza che è servita per far avvicinare ulteriormente Italia e Uruguay, questa volta attraverso la festa popolare per eccellenza. Alcuni mesi fa, durante una riunione della federazione dei carnevali cittadini europei, Meneghello conobbe Carlos Viana, un membro della commissione direttiva dell’organizzazione uruguaiana.
"Lui mi parlò del carnevale nel suo paese e mi incuriosì. Avevo già fatto delle ricerche e avevo visto diversi video su Youtube. Era un segno del destino" racconta a Gente d’Italia all’interno della sede di Daecpu circondato da costumi e documenti storici. La visita di Meneghello è stata molto fruttifera a giudicare dai numerosi incontri che hanno praticamente riempito l’agenda del soggiorno montevideano tra lezioni, seminari e workshop. Non solo teoria ma anche tanta pratica per condividere tecniche e conoscenze del suo lavoro quotidiano. Diverse le istituzioni coinvolte tra cui il Museo del Carnaval, la Escuela de Carnaval Antonio Iglesias e la Escuela Municipal de Arte Dramático. Pur non potendo assistere in prima persona al carnevale uruguaiano vista la sovrapposizione con quello veneziano, il costumista italiano si dice "positivamente colpito" da questa manifestazione per diverse ragioni.
"La cosa che mi ha sorpreso di più è stata quella di scoprire l’estrema complessità e la suddivisione in gruppi, ognuno con dei compiti precisi". L’universo è infatti estremamente variegato: trucco, costume, ballo, recitazione, scrittura, musica. Le abilità richieste sono infinite e includono, tra le altre cose, i tamburi africani del Candombe e la satira sbeffeggiante della Murga: "Ci sono tante discipline incastrate tra di loro in equilibrio armonico. Se una solo sbaglia cade tutto. Inoltre, c’è una fortissima competizione". Il talento e l’improvvisazione sono le due caratteristiche principali che elogia Meneghello: "Qui si fa fatica a trovare i materiali per i costumi, quindi bisogna inventarsi grandi cose con poco e spesso si usa riciclare materiali. Ho notato una grande capacità nel talento e nell’inventiva. Viene data priorità ancora al divertimento e non all’aspetto economico. Ciò influisce positivamente sulla creatività e sulla qualità artistica".
È invece nella confezione dei costumi e nel cucito dove vede "forti margini di miglioramento". Per questo motivo spera di ritornare il prossimo anno e proseguire il ciclo di collaborazione. Tra il carnevale di Venezia e quello di Montevideo le differenze sono notevoli. Tra tutte segnala quelle relative ai costumi che "qui si riempiono di colori e di luccichii per uno stile più fantasioso. Da noi invece è tutto più sobrio e calcolato dato che parliamo di una tradizione antica con forti basi storiche".
"La visita di Igor Meneghello" commenta Carlos Viana al termine dell’intervista- "è stata una preziosa occasione per portare avanti un’attività di scambio tra Italia e Uruguay. Attraverso esperienze come queste ci arricchiamo tutti, il beneficio è mutuo". Ricordando la storia del carnevale uruguaiano, Viana ne traccia un "profilo che è il risultato di un misto di tradizioni" tra quelle spagnole, africane e italiane. "Il contributo degli immigrati italiani è stato importantissimo" afferma riferendosi in particolare allo sviluppo della commedia dell’arte e l’utilizzo dei dialetti nelle canzoni. "Continuare ancora oggi questo rapporto e collaborare con un artista italiano" -conclude- "rappresenta un grande privilegio per la crescita del nostro carnevale".
Matteo Forciniti