Se vi trovate a Mosca e avete nostalgia della pizza, della vera pizza napoletana, allora vi offriamo due opzioni: Vesuvio e Vesuvio 2. Uno a Sud della capitale russa; l’altro, aperto a inizio novembre, in un centro commerciale (lo Stankolit food market) a Nord della metropoli. Parliamo dei due locali di Giuseppe Peluso, pizzaiolo italiano trapiantato in Russia dal 2006.
Vent’anni d’esperienza accumulati tra Torre del Lago (Lucca), la sua amata Napoli e poi in giro del mondo. Sempre e solo nel segno della tradizione. Perché la pizza è poesia da gustare col palato, un piatto che racchiude la storia e la cultura del popolo partenopeo e non può essere svilita con abbinamenti bizzarri e metodi di preparazione superficiali.
‘Beppone’, come lo chiamano affettuosamente gli amici, è una vera istituzione. Lo dimostra il fatto che in questi giorni è volato a Teheran, in Iran, per la Settimana della Cucina Italiana. Terrà seminari e masterclass. E cucinerà per deliziare gli ospiti con la pizza napoletana, quella – per intenderci – che l’Unesco ha dichiarato patrimonio dell’umanità.
Trentasette anni e una passione sincera per il suo lavoro. “Ho iniziato nella pizzeria sotto casa quand’ero ancora minorenne. Ora, con vent’anni di esperienza sulle spalle, m'impegno affinché in Russia si affermi la vera pizza”.
Tornare in Italia non è nei suoi piani. “Mi manca solo quando gioca il Napoli, appena posso vado al San Paolo perché sono tifosissimo”. L’azzurro nel cuore e anche in cucina. Nella nuova pizzeria ‘Vesuvio 2’, infatti, fa bella mostra di sé una maglia autografata di Koulibaly, esposta come fosse un'opera d'inestimabile valore. “Il mio sogno? Il terzo scudetto del Napoli. E poi che mio figlio Antonio, che ha solo due anni, diventi pizzaiolo come il papà e arrivi tra i primi 10 al Campionato Mondiale del Pizzaiuolo - Trofeo Caputo”.
(Domenico Esposito)