Settant’anni dopo che la Dichiarazione Universale dei diritti umani è stata adottata a Parigi, la Dichiarazione internazionale sull’informazione e la Democrazia che ha dichiarato l’informazione globale e lo spazio della comunicazione "un bene comune dell’intera umanità". Il documento di sei pagine stabilisce le garanzie per la libertà, l’indipendenza, il pluralismo e l’affidabilità dell’informazione in un momento in cui lo spazio pubblico è stato globalizzato e digitalizzato. Secondo quanto riportato da rfs.org, questa Dichiarazione è stata adottata unanimemente dai membri della Information and Democracy Commission presidiata da Christophe Deloire, il segretario generale di Reporters Without Borders (Rsf), e dal premio Nobel Shirin Ebadi.

Dopo essersi riunita per la prima volta l’11 e il 12 settembre a Parigi, la commissione ha lavorato per circa due mesi, comunicando regolarmente attraverso videoconferenze e via email. Nella dichiarazione di intenti, scritta dai due co-presidenti, si legge che la Dichiarazione "deve costituire un punto di riferimento che mobiliterà chi è impegnato nella difesa di un libero e pluralistico spazio comune, essenziale per la democrazia".

La commissione è formata da 25 figure principali di 18 nazionalità, inclusi il premio Nobel Amartya Sen, Joseph Stiglitz e Mario Vargas Llosa, oltre al vincitore del premio Sakharov Hauwa Ibrahim. Fanno parte del gruppo anche specialisti di nuove tecnologie, avvocati, giornalisti e presidenti di organizzazioni internazionali.

La Dichiarazione afferma la funzione sociale del giornalismo, una funzione che giustifica i particolari sforzi per garantirne la redditività. Il ruolo del giornalismo, secondo il documento, è quello di una ‘terza parte affidabile’ per le società. L’attività del giornalista è quindi quella di riportare la realtà nella più ampia e rilevante maniera possibile, non solo ritraendo gli eventi, ma anche spiegando le situazioni complesse e i cambiamenti, riflettendo sia gli aspetti positivi che quelli negativi delle attività umane. La libertà e l’incolumità dei giornalisti, l’indipendenza delle notizie ed il rispetto dell’etica giornalistica sono tutte condizioni essenziali per la pratica di questa attività.

La Commissione, infine, richiede la creazione di un gruppo internazionale di esperti il cui mandato e finanziamento dovrebbe assicurare la sua indipendenza sia dalle aziende che dai governi. Il gruppo dovrebbe avere il potere di indagare sulle pratiche dello spazio della comunicazione e dell’informazione e sull’impatto che queste hanno sui suoi mezzi e sulle sue norme. I membri dell’Information and Democracy Commission affermano: "Abbiamo bisogno di leader di buona volontà in tutti i continenti che si attivino per promuovere
modelli democratici e aprire un dibattito pubblico in cui i cittadini possano prendere decisioni sulla base dei fatti. L’informazione globale e lo spazio della comunicazione, che è un bene comune dell’umanità, deve essere protetto nella prospettiva di facilitare l’esercizio della libertà d’espressione ed opinione rispettando i principi di pluralismo, libertà, dignità e tolleranza".