La Carlota a Caracas è una delle zone che maggiormente rappresenta la italianità nella capitale e in tutto il Venezuela. Per questo motivo l'ambasciatore d'Italia Silvio Mignano, ha scelto questa zona per concludere la XVII Settimana della lingua italiana.
Così Mignano, guidato da due noti architetti, Nicolas Sidorkovs e Gregory Vertullo ha fatto in modo che gli abitanti di questa parte della capitale potessero conoscere meglio, e da più vicino, la storia e la architettura di La Carlota. "Il suono della lingua - ha spiegato Mignano - fa parte della eredità che gli italiani hanno lasciato in questo Paese, un suono che i venezuelani hanno imparato ad ascoltare da tanti anni. Ma non si tratta solo della lingua, c'è anche qualcosa di vivo nella vita quotidiana venezuelana. Qualcosa che volevamo dimostrare attraverso questo percorso a La Carlota".
Nonostante la tradizione italiana in Venezuela vada indietro di centinaia di anni, soltanto nel XX secolo il Paese si convertì tra quelli con la maggior presenza di connazionali. Ecco allora che Mignano, nella sua passeggiata a La Carlota, attraverso anche le parole dei due architetti ha ripercorso proprio le tappe della crescita italiana nel Venezuela. Dai tanti sbarchi in seguito allo sfruttamento del petrolio, nel decennio degli anni Quaranta.
Poi successivamente le urbanizzazioni di diverse zone, compresa La Carlota con gli italiani che arrivavano facendo i mestieri più dissimili, barbieri e gioiellieri, contadini e nel campo delle costruzioni edili. Poi il teatro, inaugurato nel 1956. "Proiettavano solo film in italiano - ha ricordato Sidorkovs - ma era il punto di incontro spirituale di noi che si viveva in questa zona". In quel tempo nel teatro, che si trovava all'interno dell'edificio 'Poggio Morello' passavano e si fermavano grandi artisti italiani. "Ricordo Virna Lisi - ha detto Mario Marchegiani, discendente di italiani - la cui bellezza era equiparata a quella di Marylin Monroe...". E la passeggiata di Mignano e la comunità italiana a La Carlota ha avuto il merito di riportare alla mente un passato italiano a volte dimenticato.