La parola Natale è stata introdotta nei vocabolari a partire dal VI secolo d.C. a ricordare il giorno della nascita del figlio del Dio cristiano che cade il giorno del 25 dicembre. Tuttavia, anche in epoca precristiana esistevano feste e celebrazioni che si svolgevano nello stesso periodo e che iniziavano solitamente il 21 dicembre, giorno in cui cade il solstizio d’inverno. Le celebrazioni, sia pagane che cristiane, onoravano ed onorano un periodo di pace e rinnovamento, consacravano, infatti, la fine di un ciclo e l’inizio di un nuovo anno, e si aveva, già all’epoca, l’abitudine di scambiarsi doni e di riunirsi attorno alla tavola imbandita, tradizioni sopravvissute fino ai nostri giorni. Dal passato ai giorni nostri, le usanze e le tradizioni natalizie sono simili in tutta Italia: l’8 dicembre si comincia a decorare l’albero e ad allestire il presepe ed ogni balcone, finestra o giardino si addobba con lucine e candele in segno propiziatorio. I dolci natalizi - I dolci del periodo natalizio sono invece diversi per ogni regione, ma la loro fama e la loro bontà è riuscita spesso a oltrepassare i confini regionali e a diffondersi sulle tavole imbandite a festa di ogni italiano e non solo… Tra questi, i più conosciuti e apprezzati troviamo il panettone, il pandoro gli struffoli, la pastiera ed il torrone ma ce ne sono mille altri come il tronchetto, i dolci fritti e conditi con il miele ed i dolci che contengono frutta candita e frutta secca. Ma scopriamo insieme quali sono le specialità natalizie tipiche di ogni regione.
I DOLCI NATALIZI REGIONALI In Val d’Aosta si prepara il Lou mécoulin che è la versione regionale del classico panettone natalizio e si usa concludere il pranzo natalizio con un ottimo caffè mandolà, un caffè molto robusto che si serve con mandorle e biscotti secchi, le tipiche tegole valdostane. In Piemonte si prepara la mousse di mele rosse IGP e la torta di nocciole piemontesi servita con zabaione, oltre al più famoso torrone d’Alba. Nella città di Cherasco, inoltre, è tradizione mangiare i baci di Cherasco, cioccolatini ripieni di mandorle e nocciole sminuzzate grossolanamente. In Liguria si prepara il pandolce, ripieno di uva sultanina, pinoli, pistacchi e zucca candita. Tipici di Natale sono anche i baci di Alassio, golosissimi cioccolatini ripieni di frutta secca. La Lombardia è la patria del panettone, anche detto Pan di Toni, e del bossolà bresciano, molto simile al panettone ma con un impasto più soffice. Il Veneto è la patria dell’altro dolce tipico di Natale ed apprezzato in tutto il mondo, il pandoro! Tipici sono, inoltre, l’offella d’oro veronese, un mix tra un pandoro più schiacciato e una ciambella, il mandorlato di Cologna Veneta e la mostarda dolce abbinata al mascarpone. In Trentino Alto Adige si mangiano lo strudel di mele e lo zelten, specialità tipica del Sud Tirolo, una torta con frutta secca, uvetta, cannella e canditi. Il Friuli è la regione della gubana, una sfoglia ripiena di un impasto di frutta secca, miele e vino liquoroso o rum. Nella bell’Emilia si prepara il panone di Natale di Bologna con mostarda di mele cotogne, fichi secchi, cioccolato e miele. La Toscana è la patria del panforte, simile al pandolce ma più basso e morbido, ripieno di frutta candita, mandorle e spezie. Tipici di Siena sono anche i ricciarelli, dolcissimi biscotti di marzapane con canditi e vaniglia e i cavallucci, biscotti con noci, arancia candita, anice e spezie. Il Lazio è famoso per il panpepato, simile al panforte, che originariamente veniva ricoperto da una spolverata di pepe nero ad oggi sostituito dallo zucchero a velo, e il pangiallo, un impasto di farina, frutta secca, miele e cedro candito che poi viene spennellato con tuorli d’uovo e cotto in forno fino a che la sua crosta non diventi tutta gialla. Tradizione vuole che questo dolce si prepari il giorno del solstizio d’inverno (21 dicembre) come buon auspicio per il ritorno delle lunghe giornate di sole che il colore del dolce ricorda. Questa ricetta è molto antica e si dice che risalga addirittura alla Roma imperiale. Anche in Umbria si prepara il panpepato come nelle confinanti Toscana e Lazio. Altri dolci natalizi tipici sono poi il torciglione, rotolo di pasta dolce con mandorle, e le pinoccate, dolcetti di zucchero e pinoli. Nelle Marche è tradizione infornare la pizza di Natale, un pane dolce condito con fichi, frutta secca, limone e arancia grattugiati e cioccolato. In Molise si preparano i calciuni, una sorta di dolci natalizi a forma di piccoli ravioli dolci ripieni di castagne lessate, cedro candito, miele e vino liquoroso o rum. E’ invece la marmellata di amarene il ripieno dei Panzerotti , una sorta di cornetti impastati con la sugna. In Abruzzo regna il Parrozzo, una specie di panettone semisferico fatto con semolino o farina gialla, mandorle tritate, buccia d’arancia e ricoperto di cioccolato fondente. C’è poi il Torrone aquilano, la cui preparazione si basa su un tripudio di nocciole immerse in miele sciolto, zucchero caramellato e cioccolato fuso. Frutta secca e mandorle amalgamate con aromi e miele, cioccolato e legumi lessi racchiusi nello scrigno di una pastella fritta, una pioggia di vincotto e piccoli confetti colorati come allegre decorazioni. Il Natale con i suoi dolci, sulle tavole del Sud Italia, si presenta così: impudicamente goliardico e deliziosamente ipercalorico. In Campania si preparano gli struffoli, piccole palline di pasta dolce, fritte e poi immerse nel miele e decorate con confettini colorati e frutta candita, e i roccocò, croccanti ciambelline dolci dall’impasto a base di mandorle, profumati e impreziositi da scorza d’arancia e dal famoso pisto, un particolare misto di spezie. Ci sono poi i roccocò napoletani, ciambelle durissime da masticare, oppure le zeppole tipiche della Costiera Sorrentina, condite con miele e diavulilli, e infine i "Calzoncelli", simili a piccoli calzoni fritti imbottiti con una crema di cioccolato fatta con pere cotte e castagne lesse. In Puglia è tradizione preparare le cartellate, frittelle a forma di rosa guarnite con miele o mosto, i porcedduzzi, piccole frittelle intinte nel miele o nello zucchero, il torrone e il sannachiudere, un dolce tipico della provincia di Taranto, simile agli struffoli napoletani e il Mandorlaccio, preparato con farina di mandorle, miele e ricoperto di mandorle pralinate. In Basilicata si preparano i calzoncelli, ovvero rettangoli di pasta sfoglia fatta con la farina di grano, chiusi a fagottino e ripieni di crema di castagne. Dopo averli fritti, si coprono con dello zucchero a velo oppure con del miele. Famosi dolci natalizi sono anche le profumatissime pettole, ciambelle di pasta lievitata molto morbida fritte nell’olio bollente e poi coperte di zucchero. Possono essere preparate anche con il sale, nella versione rustica ed utilizzate in sostituzione al pane e possono essere semplici o ripiene. Una vera prelibatezza. Qui tra gli altri dolci tipicamente natalizi ci sono le Chinulille, riempite con un impasto a base di ricotta e zucchero. In Calabria si mangiano il torrone ed altri dolci tipici fatti con cedro, bergamotto e i fichi ricoperti di cioccolato. La Sicilia vanta una secolare tradizione nella preparazione del torrone, qui chiamato cubbaita, e fatto con le mandorle, con le nocciole o con i pistacchi. Tipici sono anche i mustazzoli, dolci alle mandorle aromatizzati al miele e alla cannella, i cannoli, la cassata e i buccelati di Enna, dolci ripieni di fichi secchi, i Nucatoli, dolci alla cannella, Infine, in Sardegna si preparano le tipiche seadas o sebadas, dolci al formaggio fritti e poi cosparsi di miele. Un altro modo per concludere il pranzo natalizio è anche quello di servire in tavola la ricotta fresca con il miele, e i Papassini, biscotti a base di uova e strutto conditi con noci e uva passa