Come hanno fatto a uscire i soldi dai conti del Carroccio? Dove sono finiti i 49 milioni? Di certo tra la fine del 2011 e il 2017 la Lega ha speso quasi 40 milioni di euro, dilapidando in soli sei anni 32 milioni di euro tra liquidità e investimenti finanziari. Non è colpa del costo del lavoro visto che i dipendenti nello stesso periodo sono passati da 80 a 7 e di conseguenza la spesa complessiva. I rendiconti ufficiali si limitano a dire che buona parte di questi soldi sono spesi per “contributi ad associazioni” e “oneri diversi di gestione”. Solo tra il 2012 e il 2015 sono evaporati così oltre 31 milioni, di cui un quarto ad associazioni non meglio specificate. Né Maroni né Salvini hanno mai spiegato i dettagli di quelle operazioni. E soprattutto non hanno mai reso pubblici i nomi di queste organizzazioni che hanno beneficiato dei denari padani. Ora gli investigatori del capoluogo ligure coordinati dal procuratore aggiunto Francesco Pinto stanno cercando di risolvere l’enigma. Credono che attorno alla Lega orbiti una galassia di associazioni e società ufficialmente slegate dal partito ma in realtà contigue. La loro funzione: fare da sponda con il Carroccio per svuotare le casse del partito ed evitare così il sequestro dei soldi. Un’ipotesi investigativa che non sarà facile dimostrare. Si tratta di centinaia di migliaia di operazioni bancarie sotto osservazione della finanza. Il periodo va dal 2012 a oggi. Una selva di transazioni, versamenti, bonifici, nella quale è difficile districarsi. Ogni movimentazione può nascondere un dettaglio utile. Per esempio i pagamenti ai fornitori amici. Un altro modo, al pari delle associazioni, per far fuoriuscire denaro con una formale fattura. Ipotesi di chi indaga, e non più solo inchieste giornalistiche, che hanno già avuto un effetto concreto: creare la prima frattura visibile nel governo gialloverde.