Gente d'Italia

Napoli, sconfitta sul filo e persino immeritata

Sopracciglio a mezz’asta. È il Boxing Day. C’è da tirarsi i pugni in testa a San Siro per come è finita. Uno a zero per l’Inter al suono della sirena. La Juventus di Bergamo (2-2) offre generosamente al Napoli l’occasione di avvicinarla, da -8 a -6. La squadra azzurra accetta l’invito e conduce una buona partita. Ma il finale del match è pura follia. A dieci minuti dalla fine, e nel giro di un minuto, Koulibaly becca due gialli e lascia la scena (80’). A un minuto dal 90’ prima Handanovic annulla la sventola di Insigne, poi Asamoah salva sulla linea la ribattuta di Zielinski. Bum. Sfortuna nera per gli azzurri e sfortuna doppia al secondo dei tre minuti di recupero quando Lautaro Martinez infila l’1-0. Una partita con le corna decisa dal toro Martinez! La Juventus, ora, è avanti di nove punti.
Sconfitta sul filo e persino immeritata. San Siro era un passaggio importante d’autostima e di opposizione silenziosa alla Juventus. Ancelotti regala l’ennesima sorpresa. Tutti i terzini di destra fuori. È Callejon (sulla fascia di Perisic) il difensore di destra. Tiene il ruolo, Perisic non punge. Poi l’infortunio muscolare di Hamsik (23’) ristabilisce le cose: entra Maksimovic a fare il terzino destro (Perisic non tocca palla, esce dal match) con Callejon che avanza sulla destra del centrocampo completato da Allan, Fabian Ruiz in mezzo e Zielinski esterno a sinistra. Sono novità anche Mario Rui, gli stessi Zielinski e Fabian Ruiz, Milik all’attacco (Mertens in panchina per 70’), in porta Meret.
Giocano le due migliori difese del campionato, dopo quella juventina. E la fase difensiva ha la meglio. Skriniar è un gigante, ma Koulibaly dà spettacolo compresi il salvataggio sulla linea dopo i tocchetti ripetuti nell’area piccola di Icardi, Albiol, Meret e colpetto finale di Icardi (43’) e i colpi a spazzare l’area (decisivo al 69’). Migliore in campo su tutti. Espulso, però, a dieci minuti dalla fine per due ammonizioni consecutive. Incredibile. Il primo tempo è fantastico per attenzione tattica. L’Inter gioca da aspirante grande squadra, il Napoli da grande squadra. L’Inter non forza mai (57% possesso-palla), intimorita dal palleggio in uscita degli azzurri. Il miglior tiro è di Insigne, ma Handanovic non si fa ingannare dal rimbalzo del pallone (16’). La partita era iniziata col pallonetto a sorpresa da cinquanta metri di Icardi, sulla palla al centro: Meret retrocedendo sventava il pericolo inatteso col concorso della traversa. Unico brivido per le schiere nerazzurre.
È un match di grande equilibrio. L’ennesima formazione originale di Ancelotti non tradisce. È bene in partita. Subisce l’Inter senza affanni, organizza il contropiede manovrato.  Nella ripresa, dopo il grande dispendio di energie nervose nei primi 45’, un’attenzione spasmodica sulle mosse dell’avversario, il gioco cala, gli errori si susseguono.  Sbaglia ripetutamente Allan. Meraviglia degli dei. Ma il Napoli gioca meglio in fase offensiva con Callejon più avanzato, Koulibaly che fa tutto e di più, Fabian Ruiz e Zielinski in palla, Mario Rui senza sbavature. Manca il genio di Insigne. Milik si vede e non si vede contro i due colossi centrali dell’Inter.
Cala il possesso-palla dell’Inter (49%), il Napoli ha più iniziativa. C’è qualche brivido in più nelle due aree. La respinta di pugno in tuffo di Handanovic sulla conclusione di Callejon (66’), la parata di Meret sul colpo di testa di Icardi (84’). Lo zero a zero sembra un destino. I due allenatori cercano di forzarlo. Ancelotti inserisce Mertens (70’ per Milik) e Ghoulam (78’ per Mario Rui). Spalletti impiega Vecino (64’ per Borja Valero), Keita (74’ per Perisic), Lautaro Martinez (83’ per Joao Mario).  E, stavolta, le sostituzioni le azzeccano gli avversari perché il gol Lautaro Martinez nasce da un cross di Keita e dal “velo” di Vecino” nell’area azzurra. I tre subentrati di Spalletti!  E, nel finale folle, la scena cambia. Il Napoli deve arrendersi a una serata senza fortuna.
LA JUVE – Per infortuni e scelte tecniche (Ronaldo in panchina per 65 minuti), Allegri ha presentato a Bergamo una formazione abbastanza scombiccherata ed è riuscito a non perdere giocando in dieci quasi tutto il secondo tempo. Voleva una prova-Champions di sofferenza. L’ha avuta, ha pareggiato e si è incavolato parlando a labbra strette e naso arricciato. Il mister poco Allegri è sbottato a fine gara in panegirici formidabili chiedendo più educazione ed eleganza al calcio italiano, piccato dalle dichiarazioni sugli arbitri di De Laurentiis e Preziosi, di Cairo sul Var e innervosito dall’espulsione di Bentancur (52’). Una predica natalizia.
La Juve è stata sul punto d’essere schiantata da Zapata. Un gran gol di spada luccicante quel sinistro di Duvan sull’1-1, poi il colpo di testa del 2-1. La Juve era andata in vantaggio dopo due minuti con l’aiutino di un’autorete.  Com’è cambiato Zapata. Era un centravanti poderoso, pesante e veloce, ora è un attaccante magro, agile e veloce (8 gol nelle ultime cinque partite). La Juve ha rimediato con un gol di testa di Ronaldo sollevatosi dalla panchina (2-2).  C’è uno strano effetto ottico sui televisori a colori. Le telecronache delle emittenti a pagamento risultano in bianco e nero. Quanta grazia e quanto riguardo per l’alto lignaggio, il magnifico pedaggio e l’irresistibile passaggio della Juve. Se fanno fallo i bianconeri, sono gli avversari che si lasciano andare. Se la Juve segna in fuorigioco è “per una questione di centimetri” quando sono evidenti ameno due metri. Se un giocatore di Allegri viene espulso “ci può stare”. Alleluja. Ma la Juve è forte e vincerà.
26 DICEMBRE – C’è un altro 26 dicembre nella storia delle partite tra Napoli e Inter. Era il 1954 e si giocò al Vomero. L’Inter vinse 2-1 con gol di Armano e Skoglund dopo la rete di Posio. Il Napoli: Bugatti; Comaschi, Tre Re; Ciccarelli, Gramaglia, Granata; Vitali, Beltrandi, Amadei, Posio, Pesaola. L’Inter: Ghezzi; Giacomazzi, Padulazzi; Neri, Bernardin, Nesti; Armano, Mazza, Brighenti, Skoglund, Savioni.
TABU’ – Negli ultimi dodici anni, con la presidenza De Laurentiis, due vittorie del Napoli a San Siro, tre pareggi e sette sconfitte. È stato sempre difficile per il Napoli cavarsela a San Siro contro l’Inter (47 vittorie nerazzurre, 17 pareggi, 9 vittorie del Napoli). Ci sono stati anni in cui l’Inter dettava legge a tutti i livelli con Moratti padre. Nei sette anni di Maradona, San Siro rimase tabù (due pareggi e cinque sconfitte), il Napoli battuto dall’Inter anche nei due campionati degli scudetti.
SORPASSO – L’anno scorso, 27ª giornata, Napoli 69, Juventus 68 con una partita in meno, Roma 53. Domenica 11 marzo: Inter-Napoli 0-0, Juventus-Udinese 2-0 con doppietta di Dybala. Il pari del Napoli favorì il sorpasso della Juve (71 punti), Napoli 70. Poi recupero Juventus-Atalanta 2-0 (Higuain e Matuidi): Juventus 74, Napoli 70.
GONELLA – 21 marzo 1971, un pomeriggio cupo e fangoso a San Siro. Chiappella, al terzo anno sulla panchina del Napoli, schierò Zoff; Ripari, Pogliana; Zurlini, Panzanato, Bianchi; Sormani, Juliano, Umile, Altafini, Improta sfidando l’Inter per lo scudetto.  Ventiduesima giornata: Milan 32, Inter 31, Napoli 29. All’andata il Napoli aveva vinto 2-1 con i gol di Pogliana e Ghio. Stava vincendo anche a Milano. Colpo di testa di Juliano, respinta difettosa di Lido Vieri, gol di Altafini (40’). Gonella espelleva Burgnich per un fallo su Umile (44’).
Napoli in superiorità numerica nella ripresa mentre calava la nebbia.
Nell’intervallo, Sandro Mazzola si precipitò nello spogliatoio dell’arbitro. “Gonella, lei sta favorendo il Napoli, si dia una regolata perché qui finisce male” urlò.  La partita si capovolse. Gonella assegnò un rigore all’Inter per un fallo discutibile di Panzanato su Mazzola (che forse se l’era cercato). Bonimba batté un rigore irregolare fermandosi a metà corsa (55’) e raddoppiò in acrobazia di testa (58’). Il Napoli fu tagliato fuori dalla corsa scudetto. Classifica finale: Inter campione d’Italia 46, Milan 42, Napoli 39.
TRE CORIANDOLI – Quel primo ottobre 2011, sabato, Mazzarri compiva 50 anni, alla terza stagione sulla panchina azzurra, e il Napoli andò a Milano a giocare l’anticipo contro l’Inter di Ranieri. Era il Napoli di Hamsik e Lavezzi. Non c’era Cavani. Erano tempi in cui Maggio dominava sulla fascia destra. Alla fine del primo tempo (42’) filò in area e Obi lo mise giù. Julio Cesar respinse il rigore di Hamsik, ma Campagnaro mise dentro la ribattuta. All’Inter saltarono i nervi. Obi, al secondo “giallo” per il fallo su Maggio, fu espulso. Con l’Inter in dieci, Ranieri fece l’ossesso e fu espulso anche lui nell’intervallo.
La ripresa fu uno spettacolo azzurro, l’Inter cancellata dal campo. Maggio e Zuniga martellavano sugli esterni mandando in tilt gli avversari diretti.  Inler e Gargano giocarono una grande partita. Hamsik si fece perdonare il rigore parato con una prestazione magistrale. Entrò Mascara al posto di uno spento Pandev e lanciò Maggio che dal limite segnò il secondo gol (56’).  La difesa dell’Inter (Maicon, Lucio, Samuel, Chivu) veniva colta sempre fuori posizione. Fu un gioco semplice il 3-0: Inler a centrocampo toccò lateralmente per Lavezzi svelto a pescare in profondità Hamsik fra tre difensori troppo larghi e sorpresi, e Marek andò a segno (75’).
DOMENICA SPORTIVA – Gol memorabile di Pesaola per l’1-0 all’Inter, 5 gennaio 1958 a San Siro. Dopo avere evitato il terzino Fongaro, il petisso fulminò il portiere Matteucci con un gran diagonale da sinistra nell’angolino alto opposto. L’immagine di quel gol divenne per lungo tempo la sigla della “Domenica sportiva”.
SECONDO POSTO – Il 2-1 del 5 maggio 1968 a Milano contro l’Inter, seconda vittoria consecutiva in trasferta dopo il 2-1 sul Torino, regalò al Napoli uno storico secondo posto. La squadra azzurra non era arrivata mai tanto in alto. L’allenava Bruno Pesaola in una stagione di liti e veleni in società. A Torino avevano segnato Canè e Altafini, a Milano andarono in gol Canè e Barison. Era l’Inter di Sarti, Burgnich, Facchetti, Mazzola, Suarez, Corso, allenata da Helenio Herrera. Il Milan dominò il campionato, finendo nove punti avanti al Napoli.
SERIE A – 18ª GIORNATA
Frosinone-Milan 0-0, Atalanta-Juventus 2-2, Bologna-Lazio 0-2, Cagliari-Genoa 1-0, Fiorentina-Parma 0-1, Sampdoria-Chievo 2-0, Spal-Udinese 0-0, Roma-Sassuolo 3-1, Torino-Empoli 3-0, Inter-Napoli 1-0.
CLASSIFICA
Juventus 50; Napoli 41; Inter 36; Lazio 31; Sampdoria 29; Milan 28; Roma 27; Torino 26; Atalanta, Fiorentina, Parma, Sassuolo 25; Cagliari 20; Genoa 19; Spal 17; Empoli 16; Udinese 15; Bologna 13; Frosinone 10; Chievo 5.
PROSSIMO TURNO
Sabato 29: Juventus-Sampdoria, Chievo-Frosinone, Empoli-Inter, Genoa-Fiorentina, Lazio-Torino, Parma-Roma, Sassuolo-Atalanta, Udinese-Cagliari, Napoli-Bologna, Milan-Spal.
Mimmo Carratelli
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