Dopo mesi di crescita costante che l’ha portata a raddoppiare i consensi rispetto alle politiche di marzo, la Lega perde tre punti dall’ultima rilevazione Ipsos (sondaggio di Nando Pagnoncelli): il 22 novembre era al 36,2%, oggi, dopo il travagliato varo della manovra finanziaria, cioè il momento più qualificante dell’azione di governo della coalizione con M5S, si attesta al 32,9% delle intenzioni di voto.
Governare costa anche al partito di Di Maio che rispetto alle politiche ha visto erodere il proprio consenso di cinque punti: in un mese ha perso un altro 0,7%, attestandosi al 27%. L’onda lunga del consenso al governo del cambiamento s’è fermata quando dalle promesse si è passati ai fatti?
Il calo dei due contraenti del patto di governo è parzialmente riscattato dalla conferma della fiducia riservata al governo nella figura del suo premier Conte: partito con un indice di gradimento del 60%, a luglio era salito fino al 68%, e ora ritorna al 60. Di Maio, tuttavia, in quanto a gradimento è sceso di una quindicina di punti percentuali. Frena la discesa dei consensi del Pd. Il partito degli astenuti arriverebbe al 38,1%.
Lega 32,9% (- 3,3% dal 22 novembre)
M5S 27% (- 0,7%)
Pd 18,1% (+ 1,3%)
Forza Italia 8% (+ 0,1%)
Fratelli d’Italia 3,5% (+ 0,9%)
Leu 2,8% (+1,3%)
+Europa Bonino 2,4% (+ 0,3%)