Al di là del Brasile, sono molti i paesi refrattari all'estradizione di questi personaggi: in primis la Francia che con la cosiddetta "Dottrina Mitterand" è diventata una colonia privilegiata per gli ex terroristi italiani, ma anche Svizzera, Spagna, Gran Bretagna, Svezia passando poi per Argentina, Nicaragua e Giappone.
Pensiamo a Alvaro Lojacono e Alessio Casimirri.
Il primo non è estradabile perché è diventato cittadino svizzero, mentre il secondo vive felice in Nicaragua dagli anni ottanta.
Entrambi facevano parte del commando che il 16 marzo 1978 entrò in azione uccidendo i 3 poliziotti e i 2 carabinieri della scorta di Moro.
Pensiamo a Giorgio Pietrostefani, fondatore con Adriano Sofri di Lotta Continua, condannato a 22 anni per l'omicidio del commissario Luigi Calabresi e latitante in Francia.
Pensiamo a Pasquale Belsito: ex terrorista nero dei Nar, fu arrestato nel 2001 a Madrid, ma non è ancora stato estradato nonostante su di lui pendano quattro ergastoli, legati anche a omicidi di operatori delle forze dell'ordine.
Sono solo alcuni esempi, ma l'elenco è lungo.
Lungo come la scia di sangue che questi terroristi hanno lasciato nel nostro Paese. Una scia di sangue che non possiamo dimenticare.