Gente d'Italia

Giuseppe Conte, il volto buono del populismo

Conte Giuseppe presidente del Consiglio del governo italiano agli italiani si presentò sette mesi fa come avvocato del popolo. Aveva scelta di auto battezzarsi così e l’idea piacque, ebbe successo e riscontro. Anche se si pensò soprattutto ad una buona idea più di marketing che di identità storico-politica. Errore, era sostanza e non immagine quel sentirsi incarnato dal popolo, l’unico e solo popolo. Unico e solo popolo perché chi dissente dal popolo e da chi lo incarna è contro, nemico del popolo. Sostanza, sostanza nota del pensiero politico, sostanza e non immagine.

Ancora oggi perfino la stampa non amica crede di vedere in Conte “il volto buono del populismo”. Errore, non c’è volto buono o cattivo, semmai c’è in Giuseppe Conte una sorta di beatitudine compiaciuta quando si riafferma “populista perché io sto con il popolo”. E c’è in Conte una determinazione quasi mistica (del resto il santino di Padre Pio sia eternamente nel portafoglio sia orgogliosamente esibito) nella missione del portare la lieta e buona novella. La lieta e buona novella della “Italia di popolo” che rompe i suoi ceppi e si leva…

Ancora oggi non manca chi descrive Conte come un mediatore, in origine una sorta di prestanome poi fattosi personalità autonoma e perfino aspirante timoniere in proprio del governo. Doppio errore, Conte non è un mediatore, è un interprete ad alto tasso di convinzione e fedeltà dell’ideologia e cultura M5S. E’ autonomo quanto lo può essere in una processione quello che sostiene in prima fila a braccio la statua del santo.

Vero è che ad ogni passo, ad ogni mese che passa Conte assume spessore e la sua figura diventa più netta, si staglia di più, assume contorni storicamente e culturalmente riconoscibili. Nel suo ultimo intervento di fronte a platea internazionale ha esaltato con passione l’Italia, la nazione popolare che spezza le catene dell’austerità, dell’euro perfino gli è uscito di dire nell’enfasi.

E in nome dell’Italia popolare Conte ha pubblicamente diffidato la Francia. In nome dell’Italia popolare ha marcato solco e distanza e ostilità verso la Francia. E quasi altrettanto Conte e il suo governo stanno facendo nei confronti della Germania. Anche se Conte che non manca di vanità mostra di credere che qualche suo caffè e sorriso con la Merkel

In realtà la Germania sta sostanzialmente mollando l’Italia. Sulle banche e sui migranti la Germania mostra di prendere atto che dell’Italia non ci si può fidare. Germania e Francia si stringono a due con le nuove intese. Strette perché vedono arrivare tempesta. Strette a due e non a tre perché l’Italia sta dall’altra parte.

L’Europa si dispone alla possibile scomposizione, Francia e Germania e forse verranno raggiunte da Olanda e Belgio e forse Spagna e Portogallo cercheranno di restare in scia. Polonia, Ungheria, Romania, Slovacchia, Repubblica Ceca stanno per così dire in Europa solo per timor panico e atavico della Russia, per il resto per nulla sono Ue. L’Italia naviga da sola e se ne compiace, Conte è andato a raccontarlo giulivo a Davos.

Dunque l’Italia la Grande Proletaria, dunque la Perfida Gallia, dunque le inique sanzioni dell’austerità e della moneta straniera…Dunque perfino le fanfaronate: Conte a Davos ha detto il Pil 2019 crescerà dello 1,5 per cento, il suo governo ha scritto 1 per cento, tutti dicono sarà 0,5 per cento se va bene. Dunque perfino moltiplicare per tre fascine e covoni. Dunque un ripasso di storia in diretta.

Ripasso perché quelle che la cronaca politica e sociale sfoglia in questi di giorni non sono le pagine di un libro ma quelle di un riassunto breve e semplificato (una volta si sarebbe detto un Bignami, poi una tesina, oggi un mini pdf?). Un riassunto breve e semplificato che sembra per fortuna dar ragione a chi così semplificò: la prima volta in tragedia, la seconda in farsa.

Fuori d’Italia, giunge notizia che in Baviera alla commemorazione pubblica e ufficiale della Shoah, dell’Olocausto degli ebrei per mano nazista, i deputati di Afd (Alternativa per la Germania, i sovranisti e populisti tedeschi) hanno abbandonato l’aula ritenendo offensivo per la Germania continuare a battersi il petto e a mortificarsi con questi riti anti nazionali. Ripasso anche qui in diretta della storia, pregando il cielo e la terra che la storia non ripassi.

 

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