Prenderà il via questa mattina, a partire dalle 12, nell'Aula della Camera la discussione generale delle mozioni sulla Tav presentate da Forza Italia, dal Partito democratico e da Fratelli d'Italia. I tre partiti di opposizione puntano ad impegnare il governo ad avviare i bandi di gara. FI, in particolare, vuole che l'esecutivo giallo-verde adotti tutte le "iniziative per consentire lo sblocco delle gare per l'avvio dei lavori definitivi della sezione transfrontaliera della Torino-Lione ottemperando agli impegni internazionali assunti dall'Italia con gli accordi con la Francia". Nel frattempo, in seno alla maggioranza, esplode la "grana Garavaglia".

GARAVAGLIA (LEGA): "DIFFICILE DIRE CHE OPERA NON STA IN PIEDI"
In un'intervista rilasciata al Corriere della Sera, il sottosegretario leghista all'Economia, ammette infatti tutte le sue perplessità circa l'eventuale blocco dell'infrastruttura. "Votare le mozioni di Pd e FI favorevoli alla Tav? Non saprei. Di fatto siamo in attesa di vedere questa fantomatica analisi costi-benefici per confrontarla con i dati che abbiamo e capire" spiega Massimo Garavaglia. "Secondo noi, però, è molto difficile dimostrare che l'opera non stia in piedi" aggiunge l'esponente del Carroccio.

"DECIDERA' SALVINI COME COMPORTARCI"
In ogni caso, precisa ancora Garavalia "deciderà Matteo Salvini come dovremo comportarci. Il fatto che lui vada a Chiomonte a visitare i cantieri, comunque, è un segnale significativo". Sul blocco della Tav, "non sarebbe un bel segnale una frenata su un tema fondamentale come quello degli investimenti. Dobbiamo far ripartire i cantieri", afferma il sottosegretario. Il discorso vale anche per le trivelle, "ma pare che si sia trovato un punto di caduta equilibrato. Quello è un settore dove l'Italia è leader e va curato e tutelato".

LE RICHIESTE DEL PARTITO AZZURRO
Tornando al dibattito di Montecitorio, il partito azzurro punta anche a "rafforzare l'intervento in favore delle aree e delle popolazioni interessate valutando la possibilità di incrementare sino a 150 milioni di euro l'impegno a carico dello Stato per le opere compensative destinate ai territori interessati" e a valutare "la possibilita' di istituire una zona franca nell'area interessata dalle opere compensative per la Nltl" per favorire l'insediamento di nuove imprese e lo sviluppo di quelle gia' esistenti.

LA MOZIONE DEL PD E QUELLA DI FDI
Anche la mozione del Pd, firmata tra l'altro da due ex ministri delle Infrastrutture, Graziano Delrio e Maurizio Lupi (del gruppo Misto), impegna il governo "ad adottare le iniziative di competenza per autorizzare Telt alla pubblicazione dei bandi di gara per la realizzazione del tunnel di base sotto il Moncenisio", mentre quella di FdI (il primo firmatario è il capogruppo Francesco Lollobrigida) impegna l'esecutivo a "rendere pubblica integralmente l'analisi costi-benefici" e "ad adottare le iniziative di competenza affinché possa tenersi, sussistendone i presupposti di legge, un referendum consultivo sulla realizzazione del progetto nella stessa data nelle regioni interessate dalla tratta nazionale del 'corridoio Mediterraneo' (Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia)".

LE RICHIESTE DEL PARTITO DI MELONI
Anche il partito della Meloni chiede infine che siano adottate "tutte le iniziative che consentano alla società concessionaria Telt di procedere immediatamente con la pubblicazione dei bandi di gara per la realizzazione del tunnel di base".