La recente dura presa di posizione contro la costruzione del TAV da parte del Movimento 5stelle, in buona misura dovuta alla recente débâcle elettorale, impone qualche considerazione di natura giuridica.
Si finge infatti di non sapere che i lavori sono stati deliberati alla fine di un complesso negoziato, conclusosi con l’adozione di ben 4 trattati internazionali con la Francia, il primo dei quali risale al 1996, oltre ad un recente protocollo addizionale che regolamenta compiutamente la materia.
È la convenzione di Vienna a regolare il diritto dei Trattati. Essa prevede che in caso di revoca unilaterale, l’atto andrebbe notificato all’altra parte la quale avrebbe diritto di chiedere un arbitrato. Inoltre la decisione di interrompere i lavori della tratta ferroviaria Lyon-Torino, necessita di un atto formale del Parlamento che sancisca l’abbandono dei lavori.
Con una maggioranza oggi difficilmente ottenibile data la posizione assunta dalla Lega. Il dato politico però è un’altro. Ed attiene alle recenti posizioni assunte più in generale dall’Italia in politica estera. L’esempio più clamoroso è il caso del Venezuela. Altrettanto clamoroso il viaggio a Parigi dei due leader grillini Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista per incontrare esponenti di una fazione, la più estremista e dissidente, dei gilet gialli (che poi peraltro li hanno anche scaricati umiliandoli). Liberi di farlo, in quanto grillini, ma non in quanto, Di Maio, vice presidente del Consiglio dei ministri. Questa è pura ingerenza nei fatti di casa altrui. Come se Emmanuel Macron avesse ricevuto una delegazione di No Tav all’Eliseo.
Ora, alla base della politica internazionale, da secoli, vige il principio fondamentale che “pacta servanda sunt”. I patti vanno rispettati. Questo a maggior ragione trattandosi di due Paesi, Italia e Francia, che sono, dalla fine della guerra, amici, alleati nella Nato (quando Casaleggio darà l’ordine di rinverdire la campagna per farci uscire dalla Alleanza?), soci e qualcosa di più nella Unione Europea.
Che poi i francesi ci guardino dall’alto in basso come parenti poveri è una storia più che millenaria, ma attiene all’ambito dei rapporti sociali, non politici. Pacta sunt servanda, Invece, quegli stessi patti i grillini oggi vorrebbero stracciare con manovre quanto meno azzardate, ispirate solo dalla ricerca del facile consenso, senza porsi responsabilmente il problema di una linea politica coerente e rispettosa degli impegni internazionali già assunti.