Nuove tensioni all’interno dell’esecutivo gialloverde. Motivo del contendere, ovviamente, la Tav, ma anche l'Autonomia di Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. Quello del Treno ad alta velocità che dovrebbe collegare Torino a Lione è oramai diventata una telenovela infinita. Con il governo diviso a metà, la Lega favorevole e il MoVimento 5 Stelle contrario alla realizzazione. La sensazione è che negli ultimi tempi l’esecutivo abbia giocato a ritardare qualsiasi decisione a riguardo, ma chiaro è che l’Europa e l’Italia del Nord (con in testa gli imprenditori) pretendono una risposta definitiva soprattutto da Salvini. E proprio ieri il vicepremier è stato stuzzicato dai giornalisti che gli hanno chiesto se c'erano divisioni all’interno del Governo su questo tema a margine della cerimonia di consegna della nave Costa Venezia: "L'importante è superare i problemi. Che vita sarebbe se non ci fossero i problemi quotidiani?". La consegna di uno dei gioielli della cantieristica navale opera di Fincantieri, rappresenta "una lezione sul fatto che il Made in Italy non tema concorrenti e concorrenza. Ma bisogna fare più veloce, per sbloccare gli appalti, riaprire i cantieri non soltanto in mare, ma anche in terra", ha aggiunto Salvini. E sulla Tav, "ci stiamo lavorando". Ieri sullo spinoso argomento è tornato il presidente del Consiglio Conte, preso tra due fuochi in merito al documento sui costi-benefici dell’opera che ha dato parere negativo alla realizzazione della Tav: "Io stesso sto studiando bene il dossier, quindi ci riuniremo per discuterne tutti insieme". "Entro la prossima settimana ci sarà una decisione sulla Tav: questo è certo", ha garantito il ministro Toninelli.
Intanto ieri il governo, ha spiegato Conte, ha accelerato sullo sblocca-cantieri. "La prossima settimana penso che potremo tirare fuori il decreto legge che ci consentirà di riaprire i cantieri sbloccati, di semplificare i passaggi ostativi per la realizzazione dei progetti". "Sull'autonomia c’è armonia nel governo", ha sostenuto poi Conte. "Stiamo solo valutando bene come dialogare con il Parlamento". "Percorreremo questa strada nel più breve tempo possibile, ma l'importante è farlo bene", ha poi risposto il premier a chi gli chiedeva se ritiene che il dossier si possa chiudere prima delle Europee. "Abbiamo le idee chiare. Stiamo soltanto valutando bene come interloquire con il Parlamento". In casa Lega nessuno si illude che il percorso possa concludersi prima del 26 maggio. "Noi sosteniamo l'autonomia, ma non lo spacca-Italia - ha ammonito Di Maio -. Permetteremo alle Regioni che lo chiedono di poter gestire alcuni servizi. Ma il percorso non sarà breve".