Lo ha deciso proprio il consiglio di amministrazione della fondazione lirico sinfonica, presieduto dal sindaco di Milano Giuseppe Sala, che restituirà i soldi versati finora dai sauditi.
“Ad oggi si ritorna al punto zero. Restituiamo i soldi ai sauditi. Vedremo se ci saranno altre possibilità di collaborazione", ha detto Sala, presidente della Scala al termine della riunione del cda parlando dei due bonifici da tre milioni e da centomila euro fatti dal ministro della Cultura Badr bin Abdullah bin Mohammed Al Farhan.
Tramonta quindi prima di nascere l’ipotesi di un ingresso saudita nel cda. La decisione di restituirli è stata presa, ha detto Sala, “all’unanimità". “Alexander Pereira certamente rimane al suo posto. Non è in discussione", ha poi detto il sindaco di Milano spiegando che il sovrintendente è confermato fino alla fine del mandato nel 2020. Il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana domenica aveva definito da licenziamento il comportamento di Pereira.
“Se Fontana intende portare avanti questa idea deve dire al suo rappresentante in cda, Philippe Daverio, di proporlo ma non è stato questo il caso". “Io preferirei che la Scala fosse libera e indipendente, non dico sovrana perché poi fate il titolo sulla Scala sovranista, e che non ci fossero alcune presenze". E’ quanto ha dichiarato il vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini.
“Non mi intrometto nelle decisioni del Cda, ho solo espresso un’opinione. Mettiamola così: se gli svizzeri volessero investire sulla Scala non avremmo problemi", ha concluso Salvini, che avrà sicuramente preso con gioia la notizia della fumata nera. Secondo Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia, che per primo ha sollevato il caso, “c’era qualcosa sotto che non conosciamo". Gasparri aveva sottolineato la contraddittoria posizione dei milanesi: “Dalla marcia antirazzista alla Scala negazionista in materia di diritti. Questa è la Milano del sindaco Beppe Sala, che si è fatto promotore dell’ingresso dell’Arabia Saudita nel Consiglio d’Amministrazione della Scala di Milano. Il Ministro per i Beni Culturali Bonisoli gira intorno al problema evitando di rispondere alla mia interrogazione, già presentata da diverse settimane".