Editoria italiana, la lunga via crucis. È in questa tabella qua sotto la storia degli ultimi dieci anni di bilanci dei tre più grossi gruppi editoriali italiani, Mondadori, Rcs e Gedi. Mondadori non possiede quotidiani ma è leader nei periodici e, da quando ha comprato i libri della Rizzoli, anche nei libri. A Rcs e Gedi appartengono i due primi quotidiani italiani, il Corriere della Sera e la Repubblica. I due giornali sono in competizione da quando Repubblica fu stampata la prima volta, nel 1976. Rcs è stato ed è il primo gruppo per fatturato. Gedi lo è stato per redditività. Ora Rcs lo è per fatturato e anche per redditività, dopo un periodo travagliato collegato anche con una troppo costosa acquisizione in terra di Spagna. Sui conti di Gedi pesa il calo delle vendite di Repubblica, ridotte a un terzo di quelle di 10 anni fa. Dato il peso di Repubblica sui conti del Gruppo (quasi la metà del fatturato), i risultati di Gedi sono quasi un miracolo.
Il ritorno all’utile ha coinciso con l’ingresso di Urbano Cairo, ora azionista di controllo, presidente e amministratore delegato, nel consiglio di amministrazione di Rcs. Nel senso che proprio in quel giorno è stato approvato il bilancio che portava a casa i frutti del lavoro di Pietro Scott Jovane negli anni precedenti. Come talvolta accade nella vita, nessuno sembra intenzionato a riconoscergli i meriti, ma nessuno ci toglie dalla testa che i risultati di oggi siano frutto, almeno in larga misura, della pulizia fatta da Scott Jovane. Per anni sulle spalle del Corriere si erano accumulate iniziative sbagliate, testate decotte nonché l’errore di pubblicare un magazine femminile allegato al quotidiano, affidandone la raccolta pubblicitaria proprio allo stesso Cairo, avendo la Rizzoli e il Corriere nei loro carnet di testate alcune fra le più blasonate riviste dedicate alle donne.
Ora la Rcs è un'azienda snella, che ruota attorno al primo quotidiano d’Italia, diffuso in una delle aree più ricche d’Europa, e al primo quotidiano sportivo, sul quale da oltre cent’anni è stata costruita una macchina organizzativa (ricordate il Giro d’Italia o, proprio il 19 marzo, la Milano-Sanremo) cui il nuovo editore, Cairo, ha saputo imprimere una spinta prodigiosa. Anche in questo caso, dopo anni un po’ tormentati da scandali e patteggiamenti. Cairo si era fatto precedere dalla fama di grande risparmiatore ma in realtà ha saputo imprimere all’azienda una forte propulsione di crescita e di sviluppo.
Per i tre gruppi e per gli anni dal 2008 al 2018, i dati di fatturato e mol consolidati e il rapporto percentuale che li lega, quello che gli analisti chiamano ebtda margin. Il mol un dato rozzo, perché è il risultato dei ricavi cui sono stati sottratti i costi di competenza di quei ricavi, senza ammortamenti, imposte, tasse e altre politiche di bilancio. Rappresenta il risultato della gestione aziendale allo stato puro. Sono stati per tutti 10 anni difficili. C’è chi ne è uscito meglio e chi peggio. Alla fine ne sono usciti tutti a testa alta.