I dati forniti ieri dall’Istat sono la spia del clima che si respira in Italia: gli italiani guardano al futuro con incertezza, con paura. E dunque si comportano di conseguenza. In pratica, l’Istituto di statistica ha certificato che nel 2018 le famiglie hanno risparmiato l'8,1% del loro reddito disponibile, una quota più alta dell'anno precedente (7,8%).
La loro spesa per consumi, in termini correnti, aumenta dell'1,6%, in decisa decelerazione rispetto al 2017 (+2,7%) e con una dinamica inferiore a quella del reddito disponibile (+1,9%). A favorire la crescita di quest'ultimo sono state le retribuzioni (+2,9% rispetto al 2017) e le prestazioni sociali ricevute (circa 7,9 miliardi in più dell'anno prima).
I redditi da capitale netti sono invece sostanzialmente stabili, confermando l'andamento poco vivace degli ultimi anni. In particolare, la quota di reddito generata dall'attività di produzione per il mercato svolta dalle famiglie, che gli imprenditori scelgono di destinare alle proprie necessità di consumo e di risparmio, aumenta solo dello 0,4%, in conseguenza del rallentamento della loro attività produttiva.
Nel periodo compreso fra le crisi del 2009 e del 2012, la propensione al risparmio delle famiglie era crollata dall'11,2 al 7,1%, accelerando una discesa già presente a partire dal 2005. Se dal 2005 al 2009 la sua riduzione era stata sospinta da un aumento della spesa per consumi finali (+1,9% in media sul periodo) più intensa rispetto all'incremento del reddito disponibile (+1,5% in media), nel periodo 2009-2012 si è assistito nel complesso a una crescita moderata dei consumi (+1,4% in media sul periodo) a fronte di una sostanziale stabilità del reddito disponibile (-0,1% in media).