Quello degli Stati Uniti è un mercato chiave per tutti i prodotti del design e per molti altri manufatti. È anche un mercato difficile da comprendere. Molti fattori, come l’enorme dispersione geografica - la distanza tra New York e Los Angeles via aerea è di 3.944 km - e anche le origini etniche e culturali estremamente variegate in un paese popolato da immigrati provenienti da ogni angolo del mondo, combinano ad oscurarne la comprensione. C’è anche il fatto che molti americani sono, come si dice popolarmente, "fuori di testa".
Abbiamo ritenuto pertanto - come servizio ai lettori - di riferire i risultati di una recente ricerca sull’incidenza delle psicopatologie nei 48 stati americani "contigui" - cioè, senza Alaska e Hawaii - che compongono il Paese insieme con il Distretto di Colombia, Washington, la capitale, non compresa nel territorio di uno dei singoli stati federali. L’autore dello studio, il Dr. Ryan Murphy, della SMU-Southern Methodist University di Houston, ha creato la sua classifica incrociando dati relativi all’incidenza dei "Big Five" tratti di personalità - estroversione-introversione, gradevolezza-sgradevolezza, coscienziosità-negligenza, nevroticismo-stabilità emotiva, apertura mentale-chiusura mentale - con i dati delle popolazioni delle singole unità territoriali.
La sua è dunque una misura non del numero degli psicopatici presenti, ma del livello generale di psicopatologia. Ad ogni modo, allarma ma non sorprende sapere che il singolo territorio più "psicopatico" sia la capitale, Washington D.C., seguita poi nell’ordine da Maine, Connecticut, New York e Maryland. I meno psicopatici sono North Carolina, Tennessee, Mississippi, Nebraska e South Carolina - tutte zone piuttosto rurali. Sono risultati compatibili anche con altre ricerche che dimostrano come la vita urbana fa diventare pazzi - o forse solo come i grandi centri attraggono gli svitati…
James Hansen