Oltre un milione di domande per il reddito di cittadinanza, 3 su 4 autorizzate dall’Inps secondo quanto dichiarato dal presidente dell’Inps Pasquale Tridico a margine di un incontro al Salone del Libro. Per una buona parte, circa 300mila, una volta ricevuta la tessera con l’importo accreditato, scatta la fase due, che prevede l’"attivazione" dei beneficiari per essere avviati a un percorso di inclusione sociale o lavorativa. Ma cresce, in base a quanto risulta a diversi Centri di assistenza fiscale sparsi sul territorio, il numero di beneficiari pronti a tornare sui propri passi, rinunciando alla tessera prepagata, tanto che l’Inps starebbe lavorando per predisporre la procedura di rinuncia. Le prime stime parlano di più di 100mila persone che potrebbero rinunciare.
I motivi? Importi più bassi delle aspettative abbinata alla paura dei controlli. Per molte persone, insomma, il gioco non varrebbe la candela. Si tratta in particolare dei 35mila beneficiari di importi mensili tra i 40 e i 50 euro, gli oltre 11mila tra i 50 e i 75, i quasi 20mila che ricevono tra i 75 e i 100 euro mensili. Ma anche i 40mila che non arrivano a 200 euro.
Importi ben lontani dai 780 euro al mese del beneficio pieno previsto per un single. Sul versante dei controlli, invece, a scendere in campo sono chiamati i Comuni, l’Inps, l’Ispettorato del lavoro e la Guardia di finanza: 4 enti che dovrebbero attivarsi nella fase due del reddito di cittadinanza, quella che punta a scovare i "furbetti" che hanno ricevuto la card ma non sono in regola con i requisiti.