Di fronte alle sguaiate esibizioni del vice premier Salvini, più che scandalizzarsi perché il personaggio non conosce limiti, occorre cercare il motivo che l’ha spinto a una polemica che, visti i protagonisti, potremo chiamare "urbi et orbi", e che non risparmia nessuno. Da Papa Francesco all’Onu. Non era mai successo.
Il leader della Lega bacia il rosario e afferma che la Madonna lo aiuterà a vincere le elezioni europee. Ha perso la brocca? Penso di no. Esaspera toni e contenuti della sua vis polemica e indossa i panni del primo antipapa dei giorni nostri, perché sente che il vento sta cambiando.
Fino a pochi giorni fa da ogni parte si prevedeva un successo elettorale della Lega alla quale i sondaggi attribuivano fino al 35 per cento dei voti. Adesso rischia di non raggiungere quota 30 per cento. Se così avverrà il 26 maggio, si potrà tranquillamente parlare di sconfitta.
In Vaticano fanno notare che nel 1948, quando l’Italia doveva decidere se restare con l’occidente o entrare nell’orbita sovietica come volevano allora i comunisti, ci furono polemiche pesantissime ma "non arrivarono mai a offendere e attaccare frontalmente il pontefice".
Salvini ha passato il segno. Negli ultimi giorni di campagna elettorale sono prevedibili ulteriori mosse azzardate del leader della Lega. L’incubo di non arrivare a quota 30 per cento lo porta a reagire in questo modo sgangherato. Ha ragione Nicola Zingaretti quando dice che "non si può tirare fuori il rosario e poi scrivere che se salvo una persona pago 5.000 euro di multa".
Carlo Luna