Salvini Colonnello d’Italia. Fino a ieri lo chiamavano Il Capitano, da ieri gli elettori lo hanno promosso sul campo a Colonnello, Colonnello d’Italia. La sua Lega, la Lega di Salvini orgogliosamente e rudemente sovranista, accogliente e indulgente verso temi e linguaggio della destra, anche estrema, italiana ed europea, che identifica se stessa con la mano dura anti immigrati, la Lega che governa da un anno il paese in costante polemica e contrasto con l’alleato M5S, questa Lega ottiene il 34,3 per cento dei voti. Lega primo partito d’Italia, Salvini Colonnello d’Italia perché il voto è molto se non tutto suo.
Viene votato il Salvini che chiama la madonna immacolata a sostegno, viene votato il Salvini dei porti chiusi, viene votato il Salvini della difesa in casa sempre legittima, di quota 100 per le pensioni, il Salvini delle cose fatte al governo e anche e soprattutto quello delle cose solo annunciate e propagandate. Il governo della propaganda permanente piace, se il messaggero volante è Salvini. Lega padrona del Nord, signora al Centro, in crescita come non mai al Sud. Fa 34,3 per cento, una percentuale enorme, schiacciante. Schiacciante soprattutto per Di Maio, è M5S quello schiacciato. M5S che raccoglie un misero 17 per cento. Meno non solo del 33 per cento alle politiche di un anno fa, meno anche del risultato M5S alle precedenti europee. Quattro, cinque punti in meno delle precedenti europee, meno del 20 per cento nazionale: una sconfitta pesante, pesantissima.
M5S che si scopre sempre più partito del Sud, partito di un Sud che stavolta vota meno. M5S che restituisce voti al Pd, ne perde verso la Lega, è umiliato da un 17 per cento contro il quasi 34 della Lega. Se Salvini è proclamato Colonnello d’Italia dal voto, il voto assegna a Di Maio il grado e il ruolo di sergente, magari di giornata, ma sempre e solo sergente. Un solo esempio: come farà M5S a fermare la Tav con la Lega pro Tav al 40 per cento nel Nord-Ovest? Il Pd di Zingaretti sorpassa e non di poco M5S, il Pd fa 22,7 per cento. Non ci scommetteva quasi nessuno. Il Pd, dato per morto più e più volte, è duro a morire. Anzi respira. E cammina. E si tiene in piedi. Recupera voti da se stesso, dal suo elettorato che in parte torna a casa. E recupera voti da M5S.
Alla sua sinistra c’è il nulla di Sinistra Italiana (1,7 per cento). Intorno al Pd la possibilità di un polo di opposizione con i voti che sono andati ad Europa Verde e a Più Europa (rispettivamente 2,3 e 3,1). Un polo delle dimensioni possibili del 30 per cento. Se il governo Salvini-Di Maio cadesse e si tornasse ad elezioni politiche anticipate, sarebbe questa la seconda forza. Salvini-Di Maio insieme, Lega più M5S fanno 51 per cento dell’elettorato. Basta per tenere in piedi il governo. Ma in un anno il consenso eroso e disperso è stato del 10 per cento circa. Quindi governo resta, a meno che non lo faccia cadere Di Maio. Ma M5S in queste condizioni affronterebbe elezioni anticipate? Salvini più Meloni fanno 40 e passa per cento. Significa che in caso di crisi ed elezioni anticipate questa potrebbe essere una maggioranza tutta e sola di destra, maggioranza possibile di seggi in elezioni anticipate.
È questa la seconda grossa novità del voto. Resa possibile dal basso risultato di Forza Italia di Berlusconi, solo 8,7 per cento. Dunque un solo trionfatore: Salvini. Zingaretti che, come è stato detto con metafora calcistica, va in Champions e arriva secondo. Uno sconfitto senza se e senza ma: Di Maio. Un’altra vincente e gongolante: Meloni. E in Europa? La Le Pen sopravanza la lista Macron, Farage con Brexit è il primo partito in Gran Bretagna, Salvini il primo partito in Italia. Ma Cdu della Merkel in Germania e Psoe in Spagna e Nuova Democrazia in Grecia e Austria e Portogallo e Belgio e Olanda e Irlanda…
I Popolari restano il primo partito in Europa, avanzano i Liberali, i Verdi fanno boom. Quindi Popolari, socialisti e liberali, più forse Verdi faranno maggioranza e governo europee, i sovranisti restano minoranza. La maggioranza degli elettori europei non ha né bocciato né sciolto la Ue. La maggioranza degli elettori, dei popoli come usano dire i sovranisti. Che dei popoli d’Europa, voti espressi alla mano, non hanno l’esclusiva. Tutt’altro, valgono un voto su quattro all’incirca. Gli altri tre su quattro sono e restano contro di loro e per la Ue.
Lucio Fero