Cari lettori, innanzitutto buona domenica e, soprattutto, buona Festa della Repubblica. Che poi tanto "buona" questa volta non è. Sì, perché, e lo diciamo con tanto rammarico, per la prima volta, nella storia dell'Uruguay, non ci sarà il tradizionale incontro "con" e "tra" la collettività.
Ora, non vogliamo giudicare: lo lasciamo fare a voi, privati di una delle più importanti occasioni per ritrovarci. Ma oggi, 2 giugno, voglio che riflettiate con me sulle bugie dei politici e dei diplomatici. E sulle conseguenze che esse hanno per la collettività. Come mai, vi chiederete, questo argomento non certo consono ad un giorno come la Festa della Repubblica? Cosa c'entrano insomma bugie e menzogne con il 2 giugno?
C'entrano, eccome, perché è importante, oggi più che mai, fermarsi a riflettere sulla scelta repubblicana, con tutto ciò che ne è scaturito – come, ad esempio, la Costituzione promulgata il 1 gennaio del 1948. Perché nella Costituzione c’è dentro tutta la nostra storia, tutto il nostro passato, tutti i nostri dolori, le nostre sciagure, le nostre glorie. Perché la "Magna Carta" è la prima fonte del nostro diritto positivo e il vero polo di orientamento anche nella questione tanto dibattuta della cosiddetta interpretazione evolutiva delle leggi.
Perché dietro ogni suo articolo stanno le vite di migliaia di giovani che si sono sacrificati per la Libertà. Perché la Repubblica, di cui la Costituzione è il fondamento, è una conquista costata lacrime e sangue e proprio per questo va difesa, costi quel che costi. Se questa "conquista" cade dal cuore del popolo, se non è rispettata dalle autorità politiche e diplomatiche, se non è difesa dal Governo e dal Parlamento, ma soprattutto se, come sta accadendo oggi, è manomessa dai partiti verrà a mancare il terreno sul quale sono state fabbricate le nostre istituzioni e ancorate le nostre libertà.
Tutti noi siamo esposti, ogni giorno, ai magheggi della magnifica arte del linguaggio politico e per quanto, cari lettori, possiate dire "non mi faccio manipolare da nessuno", mi dispiace deludervi, ma non sarà mai così. Che siate di destra, di sinistra, di centro, di sopra o di sotto, non importa: tutti siamo sempre influenzabili e suggestionabili alle parole che di per sé comportano emozioni, sentimenti, azioni e reazioni. E non è un novità: l'obiettivo finale di ogni politico è quello di costruire un largo consenso che gli consenta di governare. In genere, è durante le campagne elettorali che il "linguaggio" viene impiegato con maggiore scrupolo, ma in realtà il processo di comunicazione politica tra leader e cittadini (o, se preferite, tra governanti e governati) è sempre attivo. Proprio per questo esiste una campagna elettorale "permanente".
Per intenderci, quella a cui ci hanno abituato Matteo Salvini e Luigi Di Maio, da un po' di tempo a questa parte. E che trova grandi proseliti anche nell'attuale comunicazione della Farnesina. E veniamo al dunque. Cosa ha fatto il sottosegretario Merlo appena insediato? Ha chiamato a sé un bravo e giovane giornalista, Ricky Filosa ("scoperto" e iscritto all'Ordine dal sottoscritto 10 anni fa) e gli ha affidato praticamente la comunicazione del suo partito e soprattutto quella della sua persona. Chiariamo subito: sono stato e sarò sempre contrario ai giornalisti che entrano in politica perché, secondo il mio pensiero, così facendo, rischiano di tradire la loro missione "schierandosi" con il politico di turno e, di conseguenza, perdendo la loro obiettività nel raccontare i fatti. Tuttavia è una scelta e come tale va rispettata.
Ora, Filosa ha impostato - e bene - le tecniche di marketing politico e disintermediazione: dalla comunicazione interna, incentrata sull'identità del partito, del leader o del movimento, alla fase di campaigning con la definizione di un programma politico definito che possa raccogliere non solo le prime file di elettorato, ma anche le ultime, le meno coinvolte. Il nostro collega ha lavorato sul consenso all'estero utilizzando le due sole agenzie di stampa per gli italiani nel mondo che, non andando nelle edicole come i quotidiani, e quindi non soggette all'approvazione del lettore, mandano in rete quello che vogliono, finanziate in todo e con centinaia di migliaia di euro, dai governi in carica e coincidendo, spesso, con l’adesione degli elettori alle formule politiche proposte dai leader pro-tempore in campo. Nella minoranza dei casi, per fortuna, la comunicazione politica é infarcita di inesattezze deliberate.
E la deformazione che piega l'informazione in un senso o in un altro, si moltiplica in modo esponenziale quando è in gioco un potere, un qualsiasi potere. O interessi economici. É questo il caso dell'Uruguay dove, da qualche tempo, si vuol far credere "che le cose stanno cambiando e che a Montevideo tutto andrà bene con la nuova svolta della Farnesina". Nulla di più falso! Il messaggio, da sempre, non è veritiero. Prendete quel che ha fatto il nostro caro Ambasciatore Gianni Piccato in occasione della festa della Repubblica: uno speciale di dodici pagine affidato a "El Pais": un nuovo, enorme spot, con tanto di pubblicità istituzionale dedicato alla sua pregevole azione diplomatica. Solo sulle cose fatte dalla struttura che fa capo a lui, (e nemmeno ringraziandoli tutti i funzionari e impiegati della cancelleria consolare) nulla o poco sulla Festa, sul significato del 2 giugno....
E per noi di "Gente d’Italia"? Per un giornale come il nostro fatto da Italiani per gli Italiani all'estero, e che nella testata stessa riprende il nome della patria festeggiata? Niente. Né una telefonata, né un Whatsapp, né un sms. Niente di niente. O meglio: un lungo "comunicato" con le sue dichiarazioni (ma non sulla ricorrenza del 2 giugno ) inviatoci a tarda sera, quando il giornale, oramai, era in stampa e senza neanche l'invito gentile alla pubblicazione. Come se ci toccasse metterlo in pagina, punto e basta, solo perché ce lo aveva inviato l'Ambasciatore. Che poi ci chiediamo, gentile Piccato: a che pro se ha già a pagato ed anche profumatamente uno speciale per far conoscere il suo saluto? Cosa vuol significare allora quel "per opportuna conoscenza e diffusione nel vostro ambito"? Ci ha presi forse per un ufficio del ministero a cui si mandano disposizioni da pubblicare?
Andiamo, per favore! Lo ribadiamo ancora una volta. Chi ci legge con affetto sa bene che non siamo mai stati teneri con l'Ambasciata per alcune vicende che, almeno a nostro parere, andavano trattate diversamente. Però, che diamine, neanche di fronte alla celebrazione del 2 giugno ci si ricorda di Gente d'Italia? E si pretende di farlo così, con un comunicato inviato in fretta e furia che sa tanto di snob istituzionale? E' questo il modo di comportarsi?
Eh si, cari amici. La collettività italiana, di cui noi siamo il frutto, è ancora oggi abbandonata dai politici e dalle istituzioni governative locali. Declassata negli anni a cancelleria consolare, bistrattata dai capi delle istituzioni governative locali. Ne hanno fatte le spese anche i membri dell'attuale Comites che, sommersi da beghe interne, non funziona piú. Conseguenza: italiani allo sbando, senza più guide, che non potranno festeggiare insieme, come sempre, oggi 2 giugno alla Casa degli Italiani. Le istituzioni governative locali che latitano con i messaggi che arrivano dai loro capi e dai politici quasi sempre ambigui e fuorvianti.
Ecco qualche esempio: "Finalmente esiste una politica per gli italiani all’estero che prima non c’era. Torniamo in Uruguay. Sono due le buone notizie che arrivano da Montevideo. La prima: nei giorni scorsi è stato firmato il contratto di affitto per un nuovo locale che andrà ad ampliare gli attuali spazi della sede consolare, ridotta ai minimi termini dopo il passaggio del governo dem: una sede in cui la sala d’attesa per i nostri connazionali è talmente angusta che a volte si è costretti a restare in piedi per mancanza di spazio. Ebbene: l'affitto del nuovo locale contribuirà a migliorare le cose.
La seconda "buona notizia" è che l'Ambasciata - ancora lei - ha pubblicato qualche giorno fa, sulle pagine del proprio sito, il bando per la costruzione di una nuova sede per il Consolato di Montevideo: 600 metri quadri per una struttura più moderna, sicura, efficiente. E allora sì che l’Italia tornerà ad essere rappresentata come si deve a un grande Paese che conta moltissime presenze di propri figli in Uruguay".
Quante inesattezze! Nel locale preso in affitto qualche giorno fa dall'Ambasciata si potranno svolgere solo "funzioni informative" quindi il pubblico per istruire pratiche dovrà recarsi sempre e solo nella Cancelleria Consolare. E ancora: l'imminente (sic!) costruzione di un palazzetto all'interno della residenza dell'ambasciata d'Italia a Montevideo - sulle quale pende da qualche giorno un'interrogazione parlamentare - servirà a ben poco considerando che la superficie che occuperà i servizi per la collettività al primo piano SARÁ ESATTAMENTE UGUALE A QUELLA ESISTENTE.
Il secondo piano (nel progetto sarà adibito a camera-ufficio per il Console, camera ufficio per la segreteria del console e camera uffici archivi) è un bluff in quanto nell'organico attuale non esistono le figure del Console e della segreteria consolare!! Insomma bugie, solo bugie. Noi non facciamo politica. Non ci è mai importato se il Maie o il Pd o la Lega sponsorizzano questo o quell'avvenimento. Questo giornale attende ai fatti. A noi non non è mai interessato da quale colore politico proviene un avvenimento o una disposizione. E anche oggi, su questa strana storia di edifici e locali presi in fitto ci siamo posti una sola domanda: a chi giova?
E abbiamo concluso che alla collettività interessa ben poco aspettare in spazi ben curati con soffici divani quando per risolvere le loro pratiche ci vorrà lo stesso tempo di attesa. E allora, quali i rimedi che possiamo suggerire? Bisogna aumentare l'organico più che costruire nuove sedi, più impiegati, ma di quelli che possono "firmare", non i contrattisti (oggi a Montevideo lavorano in 16, più 3 impiegati ufficialmente "autorizzati"a poter chiudere le pratiche). E basta con bugie e menzogne del genere "con la nuova costruzione si verrà incontro alla collettività".
Chi deve guadagnare con questa costruzione? A chi bisognerà regalare soldi pubblici, del contribuente?? La menzogna purtroppo é parte essenziale della politica: lo è nella forma della propaganda, quando si fanno promesse sapendo che non si potranno mantenere; e nella forma del nascondimento o dell’alterazione delle informazioni di cui il potere politico è in possesso. Purtroppo per noi i politici e spesso anche molti diplomatici non si sentono in colpa, non provano ansia cercando di nascondere le loro malefatte. Agiscono in coerenza con i loro valori che sono, di solito nettamente diversi dai valori medi della popolazione. E allora, cari politici, cari diplomatici e cari giornalisti cooptati dalla politica, promettete meno, possibilmente solo quello che potete realizzare.
Anche se è vero che il mondo sembra andare in un’altra direzione, perché le domande del pubblico sono insaziabili, i problemi della società sempre più complessi, le risorse disponibili insufficienti e migliorare un po’ l’efficienza del settore pubblico non basterà mai a sistemare tutto. Ricordate però: l’interesse collettivo viene sempre prima di quello privato, l’interesse di garantire vivibilità prima della visibilità, la responsabilità di agire nell’interesse degli ultimi, prima di dare altre garanzie ai primi. E soprattutto meno bugie, meno menzogne, per cortesia.
di Mimmo Porpiglia