Quello che in Uruguay tutti temevano ma non osavano ammettere è puntualmente accaduto in una domenica notte di inizio inverno: Rocco Morabito è evaso dal carcere "Central" di Montevideo dove era recluso in attesa di essere estradato in Italia. Una fuga clamorosa degna di un film per il superboss della ‘ndrangheta che ricorda in qualche modo quella più celebre del Chapo Guzmán. Arrestato in Uruguay nel settembre del 2017 dopo 23 anni di latitanza di cui una buona parte trascorsi nel lusso sfrenato di Punta del Este, Morabito è riuscito a scappare insieme ad altri tre detenuti in base alle informazioni trasmesse dal Ministero dell’Interno uruguaiano: Leonardo Abel Sinopoli Azcoaga, Matías Sebastián Acosta González e Bruno Ezequiel Díaz.
Erano tutti in attesa dell’estradizione, i primi due in Brasile, il terzo in Argentina dove era stato condannato per omicidio. Come è stata possibile questa fuga? Ci sono state complicità sia all’interno che fuori dal carcere? Dubbi su cui dovrà rispondere adesso il governo uruguaiano che subisce un duro colpo per una vicenda che getta ombre sulla democrazia più stabile dell’America Latina non immune però al virus della corruzione.
L’evasione dal carcere di Montevideo è avvenuta intorno alle 23.30 di domenica sera grazie a un tunnel pazientemente scavato che ha consentito ai criminali di arrivare sul tetto del carcere. Da lì i quattro si sono calati sul balcone di una casa confinante e sono entrati nell’appartamento della signora Elida Ituarte, sollevando una persiana. Intervistata da tutta la stampa locale, l’anziana signora è diventata la vera protagonista di questa storia con la sua testimonianza: "Attorno alle 23.30 ho sentito dei rumori dal corridoio. Ero in camera da letto e sono andata a vedere cosa stesse succedendo. Ho trovato quattro uomini ed ero così sconvolta che l’unica cosa che mi è saltata in mente di chiedere è da dove fossero entrati".
A risponderle è stato proprio il boss calabrese ribattezzato il "re della cocaina" di Milano a cavallo tra gli anni ottanta e novanta. "Mi ha assicurato che non mi avrebbero fatto del male e poi mi ha chiesto le chiavi per uscire. Aveva fretta di andarsene perché diceva che sua figlia era malata". "È sconcertante e grave che un criminale come Rocco Morabito, sia riuscito a fuggire da una galera dell’Uruguay mentre era in attesa di essere estradato in Italia" ha dichiarato il ministro dell’Interno Matteo Salvini che ha poi annunciato: "Mi prendo due impegni. Primo: fare piena luce sulle modalità dell’evasione, chiedendo spiegazioni immediate al governo di Montevideo. Secondo: continueremo a dare la caccia a Morabito, ovunque sia, per sbatterlo in galera come merita".
Condannato in contumacia dalla giustizia italiana per associazione mafiosa e traffico di cocaina dal Sud America, su Morabito pende da tempo una richiesta di estradizione che rischia adesso nuovamente di rovinare i rapporti tra Italia e Uruguay. La vicenda sembrava essersi definitivamente conclusa quando lo scorso marzo un tribunale penale d’Appello uruguaiano ne ha autorizzato l’estradizione dopo una lunga battaglia legale che aveva anche provocato la firma di un accordo tra i due paesi firmato durante la visita del ministro degli Esteri italiano Enzo Moavero. Una misura che non è servita per consegnare alla giustizia il boss della ‘ndragheta diventato oggi un fantasma. Ancora una volta, dopo 23 anni.
Matteo Forciniti