Una settimana dopo la presentazione, Maurizio Sarri si racconta nella sua prima intervista a Juventus Tv: "La prima sensazione è quella di essere arrivato in un club importantissimo", dice. "Ho la fortuna di essere arrivato dal Chelsea che è un altro club diventato importantissimo negli ultimi anni, ma qui la storia è diversa, lunga, centenaria. Le sensazioni, al di là del club, le danno le persone e ieri sera ho visto un gruppo coeso di persone, di grande mentalità e determinazione. L'impressione è che la società sia snella, fatta di persone coerenti e compatte".
Sull'anno al Chelsea: "La scelta dell'estero l'anno scorso era ponderata, una volta fatta mi sono reso conto che è un'esperienza straordinaria. A livello di visibilità in questo momento la Premier è il campionato più importante al mondo, il livello tecnico è elevatissimo, le strutture straordinarie e l'atmosfera che si respira all'interno degli stadi è unica, bellissima. La serie A in questo momento è costretta a rincorrere".
Quindi sull'approdo alla Juventus: "Ci sono state delle situazioni personali e professionali che mi hanno indotto a pensare che fatto l'anno di esperienza fosse il momento di tornare a casa. Quando il mio pensiero ha viaggiato verso questa lunghezza d'onda, la Juventus è stata la società che mi ha cercato con maggiore compattezza e determinazione. Fino all'anno prima era la nemica storica contro cui avevo combattuto, in maniera anche abbastanza forte, però questa determinazione dirigenziale mi ha convinto profondamente".
Asso nella manica, ovviamente, Cr7: "Bisogna arrivare a innescare la propria filosofia di calcio, rispettando le caratteristiche dei giocatori e delle squadre. Per me le squadre sono come figli: nessuno sarà uguale a un altro. Cristiano Ronaldo? È facile per un grande giocatore far diventare grande un allenatore, che per un grande allenatore far diventare grande un giocatore normale. Sarà importante la volontà del giocatore, prima di ogni altra cosa".
Sugli obiettivi della Juventus: "Raccolgo un'eredità difficile, nei prossimi cinque anni sarà difficile ripetere i risultati del quinquennio precedente. Proveremo a divertirci, a divertire, cercando di coniugare il tutto coi risultati e di allungare la sequenza delle vittorie. Una Juventus così straripante in Italia fa pensare che in Europa possa fare altrettanto, ma in Champions ci sono dieci società di livello top, di cui cinque inglesi. Senz'altro proveremo a vincere".
Sull'atmosfera dello Stadium: "Accogliente, all'inglese, mi piace molto. I tifosi devono aspettarsi una squadra capace di giocare un gran numero di palloni, ma non snaturerò alcune caratteristiche della Juve di Allegri, una squadra che spesso ti dava l'intenzione di poterla mettere sotto e improvvisamente ti colpiva. La filosofia di gioco potrà essere diversa, ma non è il caso di perdere tutto il 99% di positivo che c'era nella squadra di prima".
Infine sulla prossima serie A: "Gli schemi su palla inattiva? Risposi a un giornalista 33 per prenderlo in giro e invece mi hanno preso sul serio. Tutte le squadre hanno schemi su palla inattiva. Sarà un bel campionato a livello di allenatori. Conte all'Inter, Ancelotti al Napoli, Fonseca alla Roma, altri tecnici che stimo molto come De Zerbi: la sensazione è che si possa portare qualcosa di nuovo al nostro calcio. L'Italia ha ancora un piccolo vantaggio, l'organizzazione tattica che abbiamo qui non c'è ancora da nessuna parte".