"Per spiegarvi cosa significa l’anima dell’Uruguay devo mostrarvelo sul campo". Si è presentato così Diego Godín ai nuovi tifosi dell’Inter in un video spot dove racconta le bellezze del suo paese mischiate all’epica calcistica del suo popolo che rappresenta con la fascia di capitano della nazionale. "Il Rio della Plata, la Garra Charrúa, il mate, il Maracanazo, la Celeste: questo è tanto ma non è tutto. Cosa significa essere un uruguaiano non può essere espresso in un breve video" dice Godín prima di concludere con la promessa: a dimostrare il suo valore parlerà solo il campo.
Arrivato a parametro zero dall’Atletico Madrid come primo innesto della nuova Inter targata Antonio Conte, con i suoi 33 anni il "Faraone" guerriero può dare ancora tanto a cominciare dalla sua leadership e dalla tanta esperienza internazionale maturata nel corso della sua carriera. Dopo il video sono arrivate anche le prime parole da nerazzurro a Inter Tv: "Sono venuto all’Inter per vincere, per dare il massimo, per dare tutto me stesso: anima e corpo, dentro e fuori dal campo. Per me inizia una nuova sfida e una nuova esperienza. Ho scelto l’Inter perché è un grandissimo club, una grande squadra, con tantissima storia. Ha grande ambizione e voglia di raggiungere traguardi importanti. Io proverò a dare il mio apporto, a dare tutto dentro e fuori dal campo: proverò ad aiutare i miei compagni e ad aiutare il club per raggiungere traguardi importanti".
Per Godín il rapporto con il campionato italiano ha un sapore speciale come ha confessato: "È un’esperienza che conoscerò giocando, ma è un calcio che seguo sin da piccolo, visto che in Uruguay si vede tanto il calcio italiano. Ho tante aspettative e grande entusiasmo. Non vedo l’ora, la Serie A mi attrae, sarà una grande sfida. Arrivo con grande voglia e questo mi aiuterà di sicuro a rendere tutto più bello. Cercherò di dare il massimo dentro e fuori dal campo per aiutare la squadra e i miei compagni".
Il capitano della Celeste troverà a Milano anche il connazionale Matias Vecino, diventato una colonna portante di questa Inter. Non si tratta di una semplice coincidenza dato che il difensore si aggiungerà a un lungo elenco, quello dei giocatori uruguaiani nella storia dei nerazzurri, per la ventitreesima volta. Prima di lui ci sono state tante altre celebri presenze a partire dai grandi Alvaro Recoba (261 presenze e 71 gol) e Ruben Sosa (104 presenze e 50 gol).
La storia degli uruguaiani (alcuni di loro di origine italiana) all’Inter ha origini antiche e risale al periodo a cavallo tra gli anni trenta e quaranta: Bibiano Zapirain, Ernesto Mascheroni, Roberto Porta, i fratelli Francesco e Riccardo Frione, Hector Scarone. E poi ancora Luis Alberto Pedemonte e Tomaso Luis Volpi. Casi più recenti sono quelli di Alvaro Pereira, Walter Gargano e Diego Forlan. Nel lungo elenco degli uruguaiani ci sono stati anche flop clamorosi o comunque casi che non hanno lasciato alcuna traccia come: Gonzalo Sorondo, Fabian Carini, Martin Rivas, Antonio Pacheco, Washington Cacciavillani, Sebastian Ribas, Horacio Peralta e Diego Laxalt. A Godín il compito di scrivere una nuova pagina di storia dell’Inter targata Uruguay.
Matteo Forciniti