Mare caldo, se ne accorge chiunque faccia un bagno dovunque in Italia. In questi giorni una risposta alla domanda se il clima stia mutando o meno la si trova appena i piedi abbandonano la spiaggia ed entrano in acqua. Non c’è bisogno di competenze e analisi, basta affidarsi all’esperienza piccola ma sincera di un mare caldo per così dire al tatto. Caldo, molto caldo, troppo caldo. Perché troppo caldo, perché quel troppo? Perché un mare a queste temperature in superficie è una centrale energetica a tutto vapore nel ciclo dell’acqua.
Un mare così caldo produce, immagazzina e quindi immette una quantità enorme di energia. Energia di cui si nutrono, per nascere e crescere, nubifragi, uragani, trombe d’aria e quelle piogge violente che abbiamo battezzato da qualche tempo bombe d’acqua. Quest’anno la centrale energetica rappresentata dal mare sta producendo energia, molta, troppa energia. Energia per eventi atmosferici che ancora chiamiamo estremi ma che cominciano ad essere usuali.
Ieri a Verona sembrava natale titolano le home page mostrando le foto della grande grandinata. E oggi allerta meteo per sette regioni d’Italia. E il maggio più freddo da decenni e decenni. E poi subito il gran caldo di giugno e inizio luglio. E quindi ancora il subitaneo maltempo annunciato. La curva del tempo che fa (che è tutt’altra cosa dal clima ma qualcuno continua a confondere) sta in qualche punto coincidendo con la mutazione climatica in atto: periodi relativamente brevi di intenso calore che si alternano a periodi altrettanto brevi di pioggia e calo delle temperature.
Le variazioni climatiche intorno all’Artico hanno determinato la modifica di una sorta di linea retta/confine del meteo in una linea fatta di anse e picchi, appunto quelle anse e quei picchi dentro i quali il meteo cambia radicalmente e repentinamente. Dunque il mare ha la febbre, basta tuffarsi per far da termometro. Quindi mare troppo caldo fabbrica bombe d’acqua e simili. Dunque pioveranno guai, soprattutto su un territorio italiano che non ce la fa a smaltire, drenare, assorbire le forti precipitazioni. Dunque il cambiamento climatico sì o no? Eccolo, è qui.