I Corsari lo vanno ripetendo da anni: è necessaria una costituente liberal-democratica che possa corrispondere a una cultura politica in grado di ritrovarsi nell’affermazione dei liberal-democratici europei e rappresentare, quindi, un riferimento politico per gli elettori italiani.
È una proposta seria. Semplice e chiara. Certo, si tratta di un progetto politico che andrebbe approfondito, spiegato, dibattuto, ma ritengo che la sua esplicita e forte connotazione, di metodo e politica, filosofica e giuridica, ideale e programmatica, sia talmente evidente da non necessitare l’aggiunta di inutili fronzoli. Pochi hanno sottolineato, infatti, l’affermazione dei Verdi e dei Liberali alle ultime consultazioni europee. Le due grandi sorprese delle ultime elezioni europee, infatti, sul piano continentale e non nazionale, sono state le due formazioni politiche che in Italia sono pressoché inesistenti, mi riferisco ai liberaldemocratici dell’Alde e agli ambientalisti europei dei Verdi.
Questo è accaduto anche perché il voto per l’Ue ha un connotato proporzionale e, dunque, restituisce valore alle famiglie politiche, cioè ristabilisce un ruolo centrale alle culture politiche rispetto a qualsivoglia ideologismo. Quindi, nel Parlamento europeo, troviamo la cultura politica del Partito popolare, quella del Partito socialista e democratico, degli estremismi di destra e di sinistra, dei sovranisti e tutte le diverse culture politiche suddivise nei vari gruppi parlamentari.
I Corsari sono soliti fare i conti con la realtà. E la realtà di oggi ci ricorda che il sistema elettorale vigente, anche in Italia, cioè il cosiddetto "Rosatellum", ha una struttura fondamentalmente di tipo proporzionale. La riduzione dei parlamentari si potrebbe anche fare, ma dopo aver realizzato la Riforma uninominale e maggioritaria dei Collegi elettorali, che devono essere piccoli, da centomila cittadini, non di più. Come proposto da una visione liberale. Se vogliamo il totalitarismo, allora basta uno che decide per tutti. Per calcolare il numero dei parlamentari, basta dividere il numero degli abitanti italiani in gruppi da centomila e vedere che numero viene fuori: quello è il numero giusto dei deputati alla Camera.
Ma la realtà di oggi è una realtà proporzionale e con questa realtà bisogna fare i conti. Ci piacerebbe un sistema uninominale e maggioritario con Collegi elettorali piccoli, sul modello anglosassone o francese o americano, ma la realtà – per il momento – è quella di una legge sostanzialmente e formalmente proporzionale. Di conseguenza, inevitabilmente, seguendo un tale ragionamento, è divenuta ineludibile l’affermazione, anche in Italia, dei Liberaldemocratici e, considerato quanto accaduto e sta accadendo sul piano elettorale in Europa, anche dei Verdi. Questo è il monito per il presente.
I Corsari si sono resi promotori e pionieri di una tale prospettiva Lib-Dem da quando, nel 2011, proprio nella sede del quotidiano l’Opinione, organizzammo un incontro/dibattito sul tema e che i nostri lettori potranno ritrovare in audio-video nell’archivio on-line di Radio Radicale: "Un altro terreno. Le idee LibDem" registrato in data 11 marzo 2011. Insomma, la testardaggine dei Corsari è stata premiata, almeno nell’intuizione, perché i risultati delle elezioni europee ci hanno dato una incoraggiante conferma che la strada intrapresa per un soggetto politico Lib-Dem sia giusta e possibile.
Sicuramente, con un tempo e uno spazio congruo, si potrebbe entrare nel dettaglio e dare anche il quadro d’insieme. Si potrebbe, quindi, organizzare una tavola rotonda sulla questione perché è inutile attuare una "rivoluzione liberale" e avere una società libera, se ci si limita a pensare alla vittoria della filosofia liberale solo sul piano elettorale, qui non c’è da vincere ma, come ripeteva spesso Marco Pannella, c’è da "con-vincere", da "vincere con", da vincere insieme. Magari cominciando con l’affrontare il sogno dell’Europa politica, con l’ideale della patria europea, con il progetto per gli Stati Uniti d’Europa senza la rimozione degli ostacoli che impediscono ai cittadini di conoscere, non c’è democrazia.
Questo è anche il principio fondante di tutta l’opera di Luigi Einaudi che, non a caso, scriveva: "Nella vita politica la libertà non è garantita dai sistemi elettorali, dal voto universale o ristretto, dalla proporzionale o dal prevalere della maggioranza nel collegio uninominale. Essa esiste perché esiste la possibilità di discussione, della critica. Trial and error: possibilità di tentare e di sbagliare; libertà di critica e di opposizione; ecco le caratteristiche dei regimi liberi". E’ per questa ragione che, dentro e fuori i Corsari, continuo a ripetere e a ribadire, da dieci anni, la necessità di avviare una costituente liberaldemocratica.
C’è da conquistare, cioè, lo spazio della discussione, del dialogo, del contraddittorio, della legalità e dello "stato di diritto". Vorrei che si potesse costruire un luogo diverso e "altro" rispetto al potere dominante, sia esso di destra, di centro o di sinistra. Ormai è in fase avanzata l’iniziativa di alcuni riformatori che si sono organizzati da tempo, intorno a questa idea Lib-Dem, per costruire un terreno politico su cui poter coltivare la democrazia liberale che in Italia ancora non c’è, in coerenza con il gruppo europeo dell’Alde.
Si tratta di un’idea che i Corsari vanno ripetendo e riproponendo in ogni sede, definendola nelle forme e nei contenuti, senza stancarsi, anzi! Ormai, si tratta di una proposta che abbiamo messo in cantiere e il Galeone corsaro è pronto, ma serve che tutti i Lib-Dem si facciano carico di partecipare alla discussione.
PIER PAOLO SEGNERI