"Sarebbe ingenuo pensare che ci sia vita solo sul nostro pianeta: credo che gli extraterrestri esistano ma dubito che abbiano l’aspetto degli alieni verdi che vediamo nei film": a dirlo è una astronauta, Jessica Meir, 42 anni, che il prossimo settembre partirà alla volta della Stazione spaziale internazionale (Iss), effettuando il suo primo lancio in orbita. "Altre forme di vita nell’universo ci sono sicuramente. Statisticamente ci sono state, ci sono e ci saranno, anche se la loro vita potrebbe non somigliare affatto alla nostra e, date le dimensioni dell’universo, del tempo e dello spazio, potremmo non avere mai la prova gli uni degli altri", ha detto in un’intervista all’Agi la astronauta americana della Nasa, considerata in pole position come prima donna sulla Luna nel 2024 con la missione Artemis.
"Vorrei proprio essere io quella donna. Sarebbe un altro sogno che si realizza. Un sogno nel sogno", ha dichiarato la Meir, attualmente in training al Johnson Space Center di Houston dove sono entrate nel vivo le celebrazioni per il cinquantesimo anniversario del primo allunaggio. Nata nel Maine da madre svedese e padre ebreo-iracheno, la Meir ha un dottorato in biologia marina. Ha studiato la fisiologia degli animali in ambienti estremi. "Questa volta sarò io l’animale da studiare", ha spiegato. "Sull’Iss sarò oggetto di diversi esperimenti, ad esempio sulle risposte del sistema immunitario che risultato profondamente impattate dal sistema spaziale. Esamineremo la salute dei nostri vasi sanguigni in orbita, delle arterie coronarie che sembrano invecchiare più velocemente nello spazio. È fondamentale capire perché accade in vista di missioni più lunghe".
Sarà inoltre impegnata in esperimenti relativi alla combustione, "che potrebbero portare a risultati in grado di migliorare l’efficienza dei carburanti nelle auto e rivelarsi molto importanti per la propulsione dei razzi nelle future esplorazioni spaziali". Si cimenterà anche nei processi di biofabbricazione e crescita di organi artificiali che in condizioni di microgravità sembra siano agevolati. Ma in vista della partenza alla volta dell’Iss, la prospettiva più eccitante per la Meir è la passeggiata spaziale. "Ci sono buone chance che io ci riesca" e questa volta "ci sono tute spaziali della giusta misura per qualunque membro dell’equipaggio", ha risposto, commentando la cancellazione della prima ‘space walk’ tutta al femminile da parte della Nasa lo scorso 29 marzo perché mancava una taglia media. "Nessuna discriminazione di genere tra gli astronauti", ha assicurato la Meir, sfoggiando la maglietta della ‘Expedition 62’, indossata con una gonna attillata e tacchi a spillo.
In orbita porterà anche dei cosmetici, oltre alle bandiere svedese e israeliana in omaggio ai suoi genitori. "Possiamo portare prodotti per l’igiene e certamente porto come del make up, ma non troppo, cose di base", ha spiegato, senza entrare nel merito delle difficoltà a truccarsi in assenza di gravità. Dal prossimo 25 settembre, insieme al cosmonauta russo Oleg Skripochka e ad Hazzaa Ali Almansouri, il primo astronauta arabo inviato sulla Stazione spaziale internazionale, la Meir raggiungerà gli altri sei membri dell’equipaggio Iss, compreso Luca Parmitano, in partenza il 20 luglio, proprio a 50 anni esatti dal primo sbarco sulla Luna.