L’Italia nell’Olimpo del Texas Hold’em. L’azzurro Dario Sammartino si è laureato vice-campione del mondo alla 50ª edizione delle World Series di poker di Las Vegas. La sua corsa si è conclusa solo all'Heads Up del Main Event contro il tedesco di origini iraniane Ensan Hossein. Al terzo posto il canadese Alex Livingston. Mai nessun italiano era arrivato così in alto nella competizione.
Sammartino, 32enne napoletano, da circa 12 anni giocatore professionista, vince 6 milioni di dollari (se fosse arrivato primo sarebbero stati 10). L’azzurro inizia a farsi notare già nel Day 3, quando parte 55° su 2880 ancora in gioco. All’alba del Day 4 è 337° su 1286 ed è già a premio. Chiude il quinto giorno di gara in 63ª posizione su 354 con la febbre. Day 6 tutto in salita per Dario: inizia penultimo su 106 rimasti. A sette giorni dalla partenza elimina uno dei Top Player mondiali, Antonio Esfandiari. Qui la sua storia assume i contorni dell’impresa e al suo tavolo incomincia a presentarsi qualche tifoso italiano presente a Las Vegas.
Quando il napoletano arriva al Final Table c’è ormai la folla delle grandi occasioni e tutti gli occhi di familiari, amici e semplici fan sono puntati su di lui. Sono 2 giocate di Dario ad abbattere lo stack del canadese Livingston: l’italiano passa in seconda posizione e poi addirittura in vetta. Livingston viene eliminato da Hossein e Dario si trova in Heads Up nel più classico degli scontri finali: Italia-Germania. La curva dei fedelissimi lo sostiene incessantemente per 8 ore fino alla mano decisiva: Ensan ha in mano KK e Dario manda i resti ormai committed con 8 e 4 a picche al turn con progetto di colore e progetto di scala a incastro. Purtroppo arriva una donna di fiori al river.
"Sono contento e voglio ringraziare tutti quelli che mi hanno supportato. Sono veramente convinto che l’amore ti possa portare a fare grandi cose. Quando metti amore nelle cose che fai, in qualsiasi cosa nella vita, è sempre più facile riuscirci, l’amore è il motore di tutto!"- dichiara Sammartino esausto a fine torneo.