Un chiarimento tocca all’Italia. Penso che il Parlamento italiano o altri chiederanno chiarezza sulla vicenda". Stavolta è Angela Merkel ad affondare il colpo sulla storia dei fondi russi che, secondo inchieste giudiziarie, la Lega avrebbe cercato a Mosca. L’affare Savoini prende sempre più una piega europea. Anche la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, parlando con diversi quotidiani europei a Berlino, punta i riflettori sulla Russia che "viola le leggi internazionali" e che dunque ‘merita’ le sanzioni decise dall’occidente. Lontani dalla Russia e da chi ci fa affari (almeno secondo le accuse): dalla Germania arriva un segnale deciso. E il Parlamento europeo si prepara ad istituire una commissione d’inchiesta sui presunti finanziamenti di Putin alle forze politiche di estrema destra in Europa: c’è la Lega, ma anche il Rassemblement National di Marine Le Pen e gli austriaci dell’Fpo di Heinz Christian Strache. Appuntamento a settembre a Strasburgo.
Insomma, la scelta finale di Matteo Salvini di cedere al pressing dell’opposizione e del M5s e presentarsi in Parlamento la prossima settimana non risolve il problema. Nemmeno considerando il fatto che Luigi Di Maio ha apprezzato la decisione del partner di maggioranza, promettendogli già da ora la difesa del M5s in aula, come sul caso Diciotti. Rientrata la crisi di governo, vera o finta che fosse, i due partner di maggioranza si preparano a fare fronte comune anche in questa ennesima bufera giudiziaria che coinvolge la Lega. Ma è sulla strada europea che il caso dei fondi russi promette di dare amari frutti al Carroccio. Ieri nella conferenza dei presidenti all’Europarlamento, la capogruppo dei socialisti Iratxe Garcia Perez ha presentato ufficialmente la proposta di chiedere una commissione di inchiesta sui finanziamenti e sui sostegni che sarebbero arrivati dalla Russia ai partiti di estrema destra francese, italiana e austriaca. La proposta è passata nel silenzio generale. Nessuno degli altri capigruppo ha ribattuto. Nemmeno il capogruppo dei sovranisti di Identità e democrazia, il leghista Marco Zanni, ha proferito verbo. Dunque la mossa, pensata dal Pd nel gruppo dei socialisti, va avanti.
"I rapporti politici e finanziari tra la Russia e alcuni dei partiti sovranisti euopei e più in generale con le frange più oltranziste dell’estrema destra offrono profili di ambiguità che non solo in Italia preoccupano – dice Franco Roberti, ex magistrato anti-mafia, neoeletto eurodeputato Dem – Per questo chiederemo l’istituzione di una commissione d’inchiesta". Appuntamento dunque alla prima plenaria a Strasburgo dopo la pausa estiva, a settembre. La storia dei fondi russi è l’arma con cui la maggioranza europeista punta a mettere all’angolo i sovranisti euroscettici. Non solo Le Pen e l’Fpo, che sono all’opposizione nei loro rispettivi paesi. Ma anche e soprattutto Salvini che è azionista di maggioranza del governo italiano. Proprio nei giorni in cui è infuriata la polemica sull’affare Savoini, il weekend scorso, la presidente von der Leyen ha deciso il voltafaccia nei confronti del Carroccio, annullando il previsto incontro con Zanni e poi escludendo la possibilità di accettare un commissario leghista nella sua squadra a Palazzo Berlaymont. Eppure proprio lei è venuta fuori da un pacchetto di nomine europee negoziato da Emmanuel Macron e Angela Merkel con i nazionalisti di Visegrad, Viktor Orban in primis.
Sulle prime, sembrava che von der Leyen non avesse nulla contro i leghisti. Ma non è andata così. La bufera sui legami con la Russia ha acceso la miccia. E non a caso la cosa parte dalla Germania. Ora nell’isolamento c’è Salvini e il suo gruppo sovranista, non i paesi di Visegrad (Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia) che comunque hanno legami forti con la Germania, vengono ‘tollerati’ e ‘controllati’ dalla macchina europea, non sono mai stati considerati nel ‘cordone sanitario’ anti-sovranista predisposto a Bruxelles dagli europeisti. Il metodo della Russia, sostiene Merkel, "solleva questioni. Il fatto che i partiti populisti in Europa ricevano il sostegno della Russia è motivo di preoccupazione". In ogni caso, le relazioni con la Russia sono "positive e ci impegniamo per mantenerle tali, ma la realtà non sempre è come uno si augura che sia...".
Angela Mauro