Il rilancio del Mezzogiorno equivale al rilancio dell'Italia intera". Così Giuseppe Conte ha raccontato il secondo degli incontri preparatori della manovra economica tra Governo, parti sociali e associazioni di categoria. Per il premier il cosiddetto "Piano Sud" è un tema prioritario a cui dedicare forze e risorse. "Vogliamo realizzare un piano integrato per ricostruire le quattro tipologie di capitale che costituiscono la grande ricchezza del Sud: il capitale umano, fisico, naturale e sociale" ha proseguito il presidente del Consiglio. "Il Sud invoca un grande impegno governativo e una forte mobilitazione di risorse ed energie per recuperare il ritardo accumulato negli anni". L'attenzione del Presidente del Consiglio si è concentrata soprattutto su alcuni temi: "Dobbiamo sviluppare la dotazione infrastrutturale del nostro Mezzogiorno, sviluppando le tecnologie digitali e puntando sull'intermodalità del sistema dei trasporti come strade, ferrovie, porti, aeroporti. Dobbiamo mettere a sistema i vari strumenti di intervento per rendere sempre più organico e quindi efficace il nostro piano di interventi (Zes, Cis etc.)".
Poi la questione della formazione per evitare lo spopolamento sempre più diffuso: "È essenziale, inoltre, contrastare il fenomeno dell'abbandono scolastico e offrire opportunità di ricerca, lavoro e sviluppo a tutti i giovani del Sud. Non si tratta di una politica a solo vantaggio del Mezzogiorno, perché il ritorno alla crescita delle regioni meridionali trascinerà anche lo sviluppo del Centro e del Nord, riducendo in prospettiva anche i ritardi che si manifestano rispetto alle aree più avanzate d'Europa". Infine la necessità di portare questi temi sui tavoli di Bruxelles: "Per questa ragione, durante il mio incontro di venerdì 2 agosto con la neo-designata Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen porrò il tema del nostro Mezzogiorno al centro dell’agenda". È ancora un "ragionamento", ma tra le ipotesi messe sul tavolo durante il secondo degli incontri tra governo e parti sociali a Palazzo Chigi, c'è anche quella di una banca specifica per il Mezzogiorno per erogare il credito alle imprese del Sud. A riferirlo sono i sindacati che sottolineano anche come l'idea "sia condivisibile".
"Di progetti non ce ne sono stati illustrati - spiega il leader della Cgil, Maurizio Landini - ma è stato indicato anche il problema di una banca del Mezzogiorno che era un modo per rispondere a una nostra richiesta di avere un'Agenzia nazionale per lo sviluppo e di mettere assieme i vari soggetti che oggi operano, a partire da Cassa depositi e prestiti e non solo". Ci vuole del tempo e il progetto ancora non è stato messo nero su bianco ma, sottolinea il segretario generale della Cisl, Anna Maria Furlan: "È un ragionamento importante, necessario per altro per agevolare le imprese e anche l'insediamento di nuove imprese in questa area del Paese". Secondo Carmelo Barbagallo, leader della Uil: "Bisogna ricostruire una sorta di Cassa per il Mezzogiorno 4.0, attraverso la banca Cassa depositi e prestiti, per aver uno strumento che non sia come è stata la Cassa per il Mezzogiorno corruttivo ma possa permettere di fare interventi necessari in tutte le realtà del Sud che hanno bisogno di strutture materiali e immateriali". "
Per il rilancio del Sud abbiamo vari strumenti che ci assicurano maggiori risultati perché ci consentono di fare sistema", ha assicurato ancora il premier Conte. Anche il ministro Barbara Lezzi ha elencato i finanziamenti messi in campo finora per il meridione attraverso il Fondo sviluppo e coesione, e spiegando alle parti sociali di stare lavorando a una ipotesi di una decontribuzione anche dopo il 2020 distribuita su più anni e decrescente. Per avere dei dettagli in più su fisco, Mezzogiorno e lavoro e welfare bisognerà aspettare però i primi di settembre, per il momento il governo sta raccogliendo tutte le idee e proposte che vengono dalle parti sociali per prendere delle decisioni in vista della manovra.