L'emigrazione raccontata a teatro attraverso una storia coinvolgente, che parla di integrazione sociale e di amore. Un amore viscerale, di quelli che distrugge, consuma e separa gli affetti. Due giovani emigranti che si chiamano tra loro fratelli, non perché consanguinei, bensì perché entrambi orfani di una terra che anche anche la loro madre. "Hermanos" è il titolo dello spettacolo che Giuliano Bonanni e Stefano Angelucci Marino porteranno in scena il prossimo autunno fra Italia e Sudamerica.
Prodotto dal Teatro Stabile d'Abruzzo, con la partecipazione di Associazione Culturale "Luigi Candoni", Teatro del Sangro e la collaborazione di Ente Regionale teatrale FVG, Comune di Udine - Assessorato alla Cultura, CSS Teatro Stabile di Innovazione del Friuli Venezia Giulia, e ARLeF - Agjenzie Regjonâl pe Lenghe Furlane, lo spettacolo gode inoltre del patrocinio dell'Ente Friuli nel Mondo. A interpretare i personaggi del dramma saranno gli stessi autori insieme a Chiara Donada e Rossella Gesini.
La storia è ambientata a Buenos Aires, in un quartiere operaio e porteño della capitale argentina, dove i due "hermanos" lottano ogni giorno per non dimenticare le loro radici e per radicarsi in questo nuovo orizzonte. I due fratelli acquisiti sono completamente diversi l’uno dall’altro: uno è viscerale ed istintivo, legatissimo alla sua inseparabile sorella, l’altro è razionale e cerca di avere il controllo su tutto. Anche la loro provenienza, d'altronde, è totalmente agli antipodi, per quanto pure non manchino punti di contatto fra due terre a loro modo di confine come il Friuli Venezia Giulia e l'Abruzzo. Il "fradi" friulano e "lu fratell" abruzzese hanno però in comune la passione per la boxe e il desiderio di affermarsi.Il destino però li farà salire proprio sullo stesso ring della vita, uno contro l'altro, nel più classico degli scontri fratricidi, poiché entrambi si innamorano della stessa ragazza, e come in altri celebri scontri tra fratelli, uno si affermerà sull'altro con il sangue.
Lo spettacolo, con le scenografie di Claudio Mezzelani, si svolge attraverso sei giornate dal 1951 al 1956, corrispondenti ai sei "capitoli" della messa in scena: Rita, Vincenzo, Duilio, Papà Mario, Mamma Anita, Rita. I capitoli sono apparentemente slegati tra di loro, privi di rapporti di interconnessione temporale e di causa-effetto: un effetto voluto, in modo da costringere lo spettatore a "ricostruire" tutto ciò che non gli viene mostrato, assumendo così un ruolo non passivo. Il dramma che viene messo in scena è quello dell’emigrazione, della miseria, della difficile integrazione sociale, ma anche e soprattutto d’amore.
Basato su una drammaturgia originale ispirata dagli scritti di Giovanni Testori, Nietzsche e Sofocle, "Hermanos" è una storia epica e passionale che nasce dall'esperienza teatrale vissuta in America Latina da Bonanni e Stefano Angelucci Marino, che dopo essere entrati in contatto diretto con i discendenti dei migranti friulani e abruzzesi, affrontano in questo spettacolo il tema del fenomeno migratorio non da una prospettiva nostalgica e poetica ma da una angolazione concreta e attualizzante, rafforzata dall’uso delle lingue e dei dialetti degli emigranti: italiano, friulano, spagnolo e abruzzese. Il debutto è previsto in autunno in Argentina e in Uruguay. Successivamente, il 19 novembre sarà in calendario presso il Teatro Nuovo Giovanni da Udine, nel capoluogo friulano, per poi girare tutta l'Italia da dicembre. Le prove sono da poco iniziate a L'Aquila presso Palazzo Ciolina, prestigiosa sede del Teatro Stabile d'Abruzzo.
Elida Sergi