Furbastri? Molto di più. Cittadini raffinati approfittatori, imbroglioni con tanto di bollo, prima che albergatori fuorilegge. Evasori provetti, protagonisti di un'evasione record. Otto milioni e mezzo di euro in sei mesi. I primi mesi di quest'anno. Ventotto persone denunciate. Evasori titolari di strutture alberghiere di Roma, in particolare nelle zone di maggiore interesse e richiamo turistico della città. Alberghi, bed&breakfast, affittacamere: tutti denunciati per peculato. L'indagine della polizia locale di Roma Capitale e del reparto specializzato dell'Unità Gruppo Sicurezza Sociale Urbano ha accertato evasioni a danno del Comune da parte di strutture presenti nelle zone di maggior interesse turistico di Roma. Non esente, anzi pienamente coinvolto, un hotel di lusso Centro Storico. Da solo avrebbe evaso tasse di soggiorno per 2,6 milioni di euro.
La maggior parte delle somme non versate è già rientrata nelle casse del Comune. La tassa di soggiorno, così com'è attualmente, è prevista come novità nel Decreto Crescita. Una introduzione divenuta necessaria in seguito a un serio reprint postumo al varo della tassa stessa, avvenuto nel 2011. Inteso come punto fermo, il controllo appurò che in alcune città l'evasione aveva raggiunto livelli insopportabili. Le segnalazioni parlavano di evasione fino al cinquanta per cento. La tassa di soggiorno per i clienti viene aggiunta alla spesa di soggiorno. Varia a seconda delle notti passate in albergo o in campeggio. Attualmente viene applicata in 997 Comuni italiani; laddove altri 23 applicano la tassa di sbarco. Capri fra questi, nella misura di un euro e cinquanta centesimi. Se versata regolarmente, come previsto dalle norme contenute nel Decreto Crescita, la tassa di soggiorno produrrebbe un gettito complessivo di 600 milioni l'anno a disposizione dei Comuni.
Roma, da sola, incassa il 27,7%, qualcosa come 130 milioni. Ma se in molti si comportano come alcuni albergatori, titolari di bed&breakfast e affittacamere capitolini, i soldi a disposizione per opere di ristrutturazioni comunali vanno tranquillamente a farsi fottere. L'Italia che muore per mano di furbastri, imbroglioni, profittatori. Un botto la maxi-evasione maturata nella Capitale. La scoperta è frutto di approfondite analisi di documenti incrociati, bilanci e conti correnti. Le ventotto persone denunciate sono accusate del reato di peculato, in quanto responsabili di essersi appropriati indebitamente di denaro pubblico appartenente ad altri. Nello specifico, l'amministrazione comunale della Capitale. Roma, con Milano, Venezia e Firenze, rappresenta il 58% delle italiane entrate per tassa di soggiorno. Introdotta nel 2011 con la legge sul Federalismo fiscale, l'imposta viene direttamente stabilita da Comune di riferimento, che ne fissa l'importo e le modalità di applicazione. Nessun obbligo, ogni città è libera di decidere se farla pagare. Calcolata in base al prezzo dell'albergo, in Italia va da uno a cinque euro al giorno per persona. Ogni Comune decide in maniera autonoma.
Roma la applica nella misura da tre a sette euro; Milano da due a cinque; Firenze chiede cinque euro, riducendo la tassa di soggiorno a un euro per bed&breakfast e agriturismo. Venezia è in assoluto tra le città più esose. Ne sono esenti dal pagamento residenti, bambini, ostelli della gioventù, disabili, persone delle Forze Armate, autisti di pullman e accompagnatori turistici. In nove anni, dal 2011 anno della prima applicazione a oggi, i Comuni che chiedono il pagamento della tassa di soggiorno sono passati da 13 a 997. In materia di tassa di soggiorno, Roma città della grande evasione fiscale è la più cara d'Italia. Poi, Venezia, Milano, Firenze. Al Sud la più esigente è Palermo, 50 centesimi a notte in un albergo a una stella, fino a tre euro in strutture di lusso. La tassa varia da alta a bassa stagione a Lecce, Siena, Venezia, Viareggio. Al netto della consistente evasione realizzata da evasori smascherati a Roma, com'è messa l'Italia in Europa? Londra non prevede la tassa di soggiorno. Madrid e Oslo neppure. A Berlino e Amsterdam è calcolata nella misura del 5% della spesa dell'intero pernottamento. Parigi intende comunque essere unica, esclusiva, tra le grandi capitali d'Europa. Importo minimo 0,42 euro, il massimo 1,50. Comuni comunque ricchi, se onesti. Mentre Roma deve piangere miseria.
Franco Esposito