Un bluff. Anzi di più: la classica pernacchia eduardiana alla più esilarante delle trovate del fu governo cosiddetto gialloverde. Una clamorosa presa in giro. Intanto emblematica e peraltro non inattesa. Se non addirittura prevedibile a queste latitudini, Napoli e la Campania. Nel Salernitano, un pusher godeva, non si sa a quale titolo, del reddito di cittadinanza. Sorpreso, il furbastro evidentemente autorizzato in base chissà a quale misterioso marchingegno, l’avente diritto alla prebenda di Stato che dovrebbe spettare ai poveri stava gustando beato una fragolata in un bar. Lui di professione spacciatore, pusher. Un giudice onesto, giusto, gli ha revocato il diritto a percepire il reddito di cittadinanza. "Trovati un lavoro".
Il fatto è accaduto in un bar di Acerno, paesino in provincia di Salerno. Il tizio, 44 anni, vende droga, i carabinieri lo sorprendono mentre spacciava hashish e consumava la fragolata rinfrescante. Fragoline di bosco, succo di limone, liquore Strega, zucchero, la mitica fragolata è l’orgoglio e l’attrazione turistica di Acerno, poco più di duemila abitanti, a 44 chilometri da Salerno, nella valle del Tusciano. Quelli dell’Arma arrestano il pusher e i colleghi della compagnia di Battipaglia, in ispezione a casa del furbacchione malvivente hanno la possibilità di fare una scoperta: quindici grammi di hashish, un bilancino di precisione e il materiale per il confezionamento della droga. Tradotto in caserma, lo spacciatore ritenuto povero e meritevole del diritto di cittadinanza, si ritrova poi agli arresti domiciliari. Forse è troppo, decisamente troppo, piccola ma solida la serie di reati, per il giudice onesto in servizio presso il Tribunale di Salerno. Troppo per un malvivente che vive di spaccio, venditore di morte, per essere un percettore del reddito di cittadinanza.
Il colpo di scena martedì mattina: convalida del provvedimento restrittivo e sospensione della percezione del reddito di cittadinanza. Nell’ordinanza il giudice ha scritto appunto che il pusher farebbe meglio a cercarsi un nuovo lavoro. Punto e basta, non c’è altro da fare. Una conclusione infelice per il quarantaquattrenne spacciatore salernitano che pare avesse già iniziato il poderoso allargamento del suo giro di clienti. Le indagini dei carabinieri raccontano di forestieri intercettati in vacanza ad Acerno. La prelibata fragolata da gustare nei bar e l’acquisto di sostanze stupefacenti. Il pusher forse l’arresto l’aveva pure messo in conto, no di certo però la sospensione del reddito di cittadinanza. Il giudice onesto l’ha colpito proprio sull’aspetto più debole, quello economico. Un micidiale colpo alla bocca dello stomaco. Il tipico cazzotto d’incontro improvviso e inaspettato. Niente più reddito di cittadinanza, ma la necessità (volendo) della ricerca di un lavoro vero e non illegale come lo smercio di stupefacenti. Fine della pacchia, per il pusher illegale ricettore di un diritto che mai avrebbe dovuto essergli riconosciuto. Se in Italia i controlli fossero appena appena una cosa seria.
Intanto, è la prima volta che in provincia di Salerno viene adottato il provvedimento di sospensione del reddito di cittadinanza nei confronti di un malvivente arrestato. Prevale ora un’esigenza di curiosità: lo spacciatore di Acerno vorrà seguire il consiglio del giudice, deciderà davvero di abbandonare l’illecita redditiva sua attività e cercarsi un lavoro? Per scoprire e sapere, non resta che attendere qualche settimana. Un precedente in materia delinquenziale c’è, ma non in Campania. In Liguria, a Savona. Nei confronti di un ladro, che mesi fa aveva tentato di rubare un televisore in un ipermercato. Il furfante destinatario dello stesso provvedimento adottato nei confronti del pusher salernitano. Il giudice di Savona e questo di Salerno hanno bloccato la percezione del diritto di cittadinanza a chi delinque. Ben fatto, ne facciano tesoro Di Maio e il M5S. All’Inps, ora, l’obbligo di effettuare seri controlli in modo da evitare che il pusher salernitano continui a percepire il reddito di cittadinanza nonostante l’ordinanza del giudice. Si proceda quindi alla ratifica del provvedimento. E che essa abbia carattere di estrema urgenza. Come pure i controlli, che finora qualche falla l’hanno evidenziata.
Franco Esposito