La grave ondata di incendi che sta devastando da giorni l’Amazzonia potrebbe essere un boomerang per il Presidente Bolsonaro. Non solo dal punto di visto della devastazione ecologica che il fenomeno sta causando, ma soprattutto per i rapporti diplomatici e commerciali dell’intero Sudamerica con l’Europa. Il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ha dichiarato recentemente, durante la riunione dei G7 che l’Unione europea avrebbe difficoltà a ratificare l'accordo commerciale con i paesi del Sud America, incluso il Brasile, finché la foresta pluviale amazzonica continuerà a bruciare. Tusk si riferiva al trattato firmato con il Mercosur, l’organizzazione delle nazioni sudamericane Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay, fondata in Paraguay nel 1991. L'accordo, ratificato quest’anno, implica il libero scambio (ALS) tra il Mercosur e l'UE.
"È difficile immaginare un processo armonioso di ratifica da parte dei paesi europei, se il governo brasiliano consente la distruzione dei polmoni verdi del pianeta terra", ha affermato Tusk. Il presidente francese Emmanuel Macron ha manifestato al riguardo una posizione netta e molto polemica con il governo Brasiliano arrivando a richiedere che il G7 tenesse colloqui di emergenza sugli incendi dell'Amazzonia. Il presidente francese ed il leader irlandese Leo Varadkar, sono della stessa opinione e si sono entrambi impegnati a bloccare la ratifica del trattato di libero scambio tra l'UE e il blocco commerciale latinoamericano Mercosur. La Spagna invece, che ha stretti legami con il Sud America, non supporta le mosse per bloccare il grande accordo tra i due continenti. Da Madrid fanno sapere infatti di "non condividere la posizione di blocco dell'accordo" e soprattutto che la Spagna "è stata in prima linea negli ultimi sforzi per firmare l'accordo UE-Mercosur che aprirà enormi opportunità per i due blocchi regionali". La Germania sul tema si è mantenuta su posizioni abbastanza diplomatiche dichiarando che l'opposizione al patto commerciale "non è la risposta giusta" alla lotta contro gli incendi dell'Amazzonia in Brasile.
La questione è controversa e potrebbe davvero creare non pochi guai al Brasile e a tutto il Sudamerica. La prospettiva di annullare l'accordo commerciale tra l'Unione europea e i paesi sudamericani non piace al direttivo Ue ma sembra inevitabile. Nonostante abbia richiesto 20 anni per essere formulata, basta che un solo paese coinvolto non firmi per rendere nulli gli sforzi per agevolare gli scambi tra i due continenti. D'altronde la posizione di Francia ed Irlanda è facilmente comprensibile. Gli incendi in Amazzonia sono un fenomeno serio e preoccupante. Dati ufficiali mostrano che 78.383 incendi boschivi sono stati registrati in Brasile quest'anno, il numero più alto dal 2013. Gli esperti affermano che lo sgombero della terra durante la lunga stagione secca per Il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ha dichiarato che l’Unione europea avrebbe difficoltà a ratificare l'accordo commerciale con i paesi del Sud America, finché la foresta pluviale amazzonica continuerà a bruciare. L'accordo, ratificato quest’anno, implica il libero scambio (ALS) tra il Mercosur e l'UE. "È difficile immaginare un processo armonioso di ratifica da parte dei paesi europei, se il governo brasiliano consente la distruzione dei polmoni verdi del pianeta terra", ha affermato Tusk. Cosa accadrà nei prossimi giorni? Bolsonaro cederà alle pressioni internazionali limitando la deforestazione dell’Amazzonia? E l’accordo commerciale di libero scambio tra Sudamerica e UE riuscirà ad essere ratificato? Intanto l'Amazzonia brucia... far posto a raccolti o pascoli ha aggravato il problema. È certo che non solo l’UE ma tutto il mondo devono sollecitare il governo brasiliano a prendersi cura del polmone della terra. Pochi giorni prima di ospitare il vertice G7, Macron aveva giàchiesto colloqui urgenti sulla "crisi internazionale" della più grande foresta pluviale del mondo, dicendo che i leader avrebbero messo a punto "misure concrete" per affrontarla. Ma le sue osservazioni hanno suscitato una aspra replica da parte di Bolsonaro.
Quando l'accordo di libero scambio con il Mercosur fu inizialmente concordato - sebbene dopo 20 anni di discussioni - il presidente francese Emmanuel Macron promise che la Francia avrebbe accettato di ratificare solo se il Brasile avesse soddisfatto determinate condizioni ambientali. Macron ora sta accusando il presidente brasiliano Jair Bolsonaro di mentire sulla sua intenzione di soddisfare tali condizioni: un linguaggio estremamente forte in termini diplomatici. Cosa accadrà nei prossimi giorni? Bolsonaro cederà alle pressioni internazionali limitando la deforestazione dell’Amazzonia? E l’accordo commerciale di libero scambio tra Sudamerica e UE riuscira ad essere ratificato? Molti interrogativi che ancora non trovano risposta. Certamente qualunque decisione prenderanno i leader europei in merito porterà conseguenze serie per il futuro dei rapporti tra i due continenti. Staremo a vedere, intanto l’Amazzonia brucia…