Scoperta per caso nel 2014 da un gruppo di archeologi russi, la necropoli di Ala-Tey è stata da subito ribattezzata la 'Atlantide della Siberia'. Il motivo è semplice: emerge solo per 3-4 settimane all'anno, quando le acque di un bacino idrico artificiale, costruito lungo il fiume Einesj, si ritirano e danno agli archeologi la possibilità di portare alla luce nuove testimonianze storiche.

Le particolarità di questo sito archeologico, che si trova nella Repubblica di Tuva, al confine con la Mongolia, sono davvero tante e affascinanti. Ad esempio c'è il fatto che, insieme ai vicini scavi di Terezin e di altri siti scoperti nell'area, custodisce le tombe di persone appartenute a diverse etnie. Ma anche che le sepolture trovate ad Ala-Tey appartengono in maggioranza a donne della popolazione xiongnu e sono ricche di ornamenti e accessori.

Un aspetto che ha spinto gli studiosi a pensare che le donne avessero un ruolo importante in quella società di abili guerrieri, ma soprattutto che fossero trattate con rispetto e tenute in considerazione.

VALENTINA RUGGIU