Guerre buone non sono mai esistite. Al massimo, giuste o sbagliate. E la storia dell’uomo, purtroppo, è ricca di guerre giuste o sbagliate, le quali hanno sempre determinato lutti e sofferenze alle popolazioni che le hanno subite. Esistono guerre difensive e guerre di dominazioni, gli storici ci dicono anche guerre di sopravvivenza di popoli che per salvare sé stessi hanno attaccato altri popoli. La coscienza civile oggi ci porta specialmente nelle democrazie occidentali a ripudiarle per gli effetti devastanti che esse comportano per i popoli che le subiscono, inoltre nelle democrazie le élite di governo devono motivare le loro azioni. La guerra allo stato islamico viene da noi considerata una guerra giusta, perché combattuta contro una formazione politica crudele, aggressiva e teocratica. Non sempre è facile capire come son avventi e hanno preso consistenza certe situazioni.
Ad esempio una delle letture più accreditate individua in Obama e in Hillary Clinton i responsabili delle cosiddette Primavere arabe che hanno destabilizzato tutto il Nord Africa, favorendo la crescita di movimenti fondamentalisti islamici. Per quanto non sia mai stato chiaro l’obiettivo di queste sobillazioni dello status quo, anche nei confronti di stati amici dell’America come ad esempio l’Egitto. Tra la Siria e l’Iraq con la destabilizzazione si crea lo Stato islamico nei confronti del quale l’America se da un lato l’ha combattuto con un impegno minimo con le forze di terra, dall’altro ha preferito armare i curdi per combatterlo territorialmente. La disfatta dello Stato islamico inizia quando la Russia interviene massicciamente in difesa della Siria e i curdi ben armati riconquistano le città nel Kurdistan siriano.
In questi anni di guerra la Turchia di Erdogan si è caratterizzata per un comportamento equivoco se non complice con lo Stato islamico, secondo molti osservatori la famiglia di Erdogan non solo faceva affari petroliferi con lo stato Islamico comprandolo e dunque finanziandolo. Una volta sconfitto lo stato islamico la Siria riprende il controllo dei suoi territori tranne della zona curda la quale sostenuta dall’occidente non era possibile da parte dei siriani riconquistarla facilmente ed era impossibile per la Russia intervenire direttamente. Da qui il gioco sporco dell’amministrazione Trump e della Russia, le quali utilizzano la Turchia affinché l’esercito siriano con la scusa di difendere i curdi si riappropria dei territori di fatto autonomi del Kurdistan.
La vergogna con cui le due super potenze stanno giocando nei confronti del popolo curdo è una brutta pagina nei rapporti internazionali. I curdi hanno pagato un prezzo enorme per difendersi e difenderci dallo stato islamico, conquistando sul campo il diritto alla loro autonomia e libertà sono oggi sacrificati dall’Occidente per una realpolitik senza anima e valori. Le responsabilità indirette di Trump sul massacro dei curdi operato dai turchi sono una brutta pagina sul futuro del ruolo americano nello scacchiere delle alleanze. La decisione di ritirare le truppe americane dal Kurdistan senza un piano di pace è stato il segnale dato ad Erdogan per iniziare l’invasione con la scusa di combattere il terrorismo dei curdi Turchi del Pkk. Ovviamente dall’Europa solo una solidarietà di facciata al popolo curdo. La conferma della sua inutilità politica nello scacchiere mondiale. È un’Europa di grandi proclami. Di fatto, un luccicante supermercato a disposizione di tutti.
ROBERTO GIULIANO