Dall’inizio dell’escalation delle violenze nel nord-est della Siria, più di 74.000 bambini sono stati costretti a fuggire dalle loro abitazioni e ora si ritrovano a vivere dentro le scuole, in edifici abbandonati o in tende provvisorie allestite nei campi aperti. Migliaia di sfollati, sottolinea Save the Children – l’Organizzazione internazionale che da 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro - in questo momento hanno urgente bisogno di assistenza umanitaria, come cibo, acqua pulita e rifugi.
“Nei cinque principali campi per sfollati, persone di decine di nazionalità diversa, tra cui siriani, iracheni e altri, dipendono già quasi interamente dagli aiuti umanitari – spiega Sonia Khush, Direttrice degli interventi di Save the Children in Siria – Nelle ultime due settimane, in alcuni di questi campi stanno confluendo ulteriori sfollati, il che mette ancor più a dura prova le popolazioni che vivono già in condizioni precarie, con pochissime risorse. Per evitare una crisi umanitaria su vasta scala, oltre a una cessazione duratura delle ostilità è quindi fondamentale che i civili e gli operatori umanitari possano spostarsi senza alcun ostacolo”.
“Siamo fuggiti per scampare agli attacchi aerei e ai bombardamenti. Gli aeroplani volavano in cerchio, e non potevamo fare altro che scappare per salvare le nostre vite. Mia suocera è stata ferita, mentre mio cognato, mio nipote e mio cugino risultano dispersi. Abbiamo dei bambini piccoli con noi e abbiamo dovuto lasciarci tutto alle spalle pur di mettere in salvo la nostra vita e quella dei nostri figli. Siamo fuggiti a piedi nudi con solo i nostri vestiti addosso e ora siamo qui senza niente: non abbiamo né cibo né niente e non sappiamo cosa fare", è la testimonianza di Shahad*, 30 anni, che ora vive in una scuola ad Al Hassakeh.
Nell’ambito dei suoi interventi per rispondere all’emergenza in Siria, Save the Children ha finora distribuito oltre 200 kit di prima necessità, con vestiario, materassi e coperte, circa 440 razioni alimentari e più di 2.000 confezioni di cibo già pronto per esser consumato.