“Perché non dici che sei gay?”. Questo il trucchetto utilizzato da alcuni migranti per restare in Italia e ottenere il permesso di soggiorno. Si rivolgono all’Arcigay di Roma e grazie a una serie di incontri possono dimostrare ai giudici di essere perseguitati nei loro Paesi per essere omosessuali. Ma, secondo quanto riporta Il Corriere della Sera, la maggior parte di loro sono in realtà eterosessuali. Hanno raccontato che i loro avvocati gli consigliano di prendere la tessera dell’Arcigay.
Lo status di rifugiato spetta infatti anche a chi è in pericolo vita a causa del proprio orientamento sessuale e non solo a chi fugge da guerre e persecuzioni politiche. Una misura prevista dai protocolli collegati alla Convenzione sui Rifugiati e in Italia dal decreto legislativo 251 del 2017. Basti pensare che sono almeno 10mila i richiedenti asilo che ogni anno presentano domanda di protezione in Europa dichiarando di essere scappati dal proprio Paese perché omosessuali. Il dato proviene da Open Migration, sito di informazione sul tema delle migrazioni e dei rifugiati.
Come si può dimostrare la propria omosessualità? Ogni due settimane l’Arcigay di Roma organizza per i migranti Lgbt degli incontri per facilitare i nuovi arrivati nel loro percorso d’integrazione. In realtà, uno dei coordinatori spiega che il loro scopo è di preparare i ragazzi alle udienze nei tribunali. L’obiettivo finale è ottenere il permesso di soggiorno ma per farlo dovranno essere convincenti davanti ai giudici. Secondo il reportage del Corriere della Sera finora pare che il trucco abbia funzionato.