Elezioni in Umbria, si vota domenica 27 andando ai seggi dalle sette del mattino fino alle 23 della stessa giornata. E questo più o meno era noto. Meno noto è che in Umbria la legge elettorale vigente prevede che diventi Governatore/Presidente della Regione il candidato che ha preso anche un solo voto in più del candidato arrivato secondo. Non c’è, non è previsto, non ci sarà ballottaggio. Chi arriva primo/a prende tutto: la carica, il governo delle Regione e il 60 per cento dei seggi in Consiglio Regionale (12 su 20 complessivi).
L’elettore può votare in tre modi, o meglio può apporre la sua croce sulla scheda secondo tre modalità. Quelle classiche: una croce sul nome candidato e il voto va al candidato e alle liste che lo sostengono, una croce sul simbolo di lista e il voto va alla lista e al candidato che la lista sostiene e una croce su entrambi, nome e simbolo. Quel che non si può e fa annullare la scheda (dovrebbe, poi in sede di scrutinio talvolta si cavilla) è il cosiddetto voto disgiunto, cioè votare per un candidato presidente e per una lista che sostiene un altro candidato presidente.
I candidati presidenti sono otto, le liste presenti in scheda elettorale addirittura 19. La corsa, la sfida, la battaglia è tra Donatella Tesei sostenuta da Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia (e praticamente ogni forza e gruppo di destra) e Vincenzo Bianconi appoggiato da M5S e Pd. La Tesei è partita in vantaggio temporale nella campagna elettorale e, fino a che sono stati legalmente pubblici i sondaggi, ha sempre preceduto il rivale, anche se via via la distanza si accorciava. Bianconi è stato di fatto trovato e scelto come candidato presidente dalla necessità e scelta di Pd e M5S di non avere candidato di partito e di presentare un patto civico oltre che politico. Bianconi ovviamente avrà il sostegno dell’intero arco (o quasi) delle sinistre.
Gli aventi diritto al voto sono solo 700 mila, i votanti di fatto saranno ancora meno, forse meno di mezzo milione di votanti. Comunque vada si parlerà di svolta, voto che determina, sentenza politica… Se vince la candidata di Salvini sarà rivincita, assedio, ore contate per il governo. Se vince il candidato M5S-Pd, sarà allora Salvini ributtato a mare, invasione sovranista fallita, governo rafforzato, M5S-Pd insieme per la vita. Il voto di quel mezzo milione di elettori sarà comunque gonfiato, gonfiato e gonfiato… fino al prossimo voto per un’altra Regione.