Per i leghisti è quasi una vittoria annunciata. Per il Pd, come ha scolpito Walter Verini in un’intervista ad HuffPost, non è un test nazionale. Guai a dirlo. Siamo al rush finale delle regionali in Umbria, ormai Ohio d’Italia, il pezzetto di Stivale da cui dipendono le sorti del governo, dell’alleanza giallorossa, e della riscossa di Matteo Salvini. Già, Salvini. Il Capitano della Lega non vede l’ora che arrivino le 23 di domenica sera. "Scommettiamo una camomilla che in Umbria vinciamo noi? Perché molti elettori dei 5 Stelle non vogliono avere a che fare nulla col Pd e viceversa", gongolava nel corso dell’intervista con Myrta Merlino all’Aria Che Tira. È sicuro di "stravincere", si è giocato il caffè con mezzo Parlamento, con gli amici di via Bellerio, con la scorta. Con tutti quanti. E non è certo un caso se da due mesi sta girando ogni spicchio di questa regione, che è storicamente rossa, e che per il Capitano rappresenta l’inizio di un percorso. Per andare dove?
"Bisogna avere pazienza, calma – confida il Capo dei leghisti ai fedelissimi - e soprattutto dobbiamo studiare e costruire il rapporto della Lega non solo con il popolo ma anche con le elite". E quest’ultima a via Bellerio viene chiamata "l’epica della costruzione ma senza fretta". Fatto sta che Salvini sta più in Umbria che a Roma, in Parlamento. Da cinque settimane non fa mancare la sua presenza. E basta buttare un occhio all’agenda dell’ex ministro dell’Interno e accorgersi che è stato a Trevi, in provincia di Perugia, per un comizio presso il Caffè Roma in piazza Mazzini. Da lì a Nocera Umbra dove prima un comizio e poi una cena con i sostenitori. Oggi il tour force è ancora più denso. In un giorno visiterà una serie di fabbriche, poi farà sentire la sua voce in una serie di comizi, uno dei quali a Valfabbrica (provincia di Perugia), e poi ancora visiterà il luna Park di Perugia, parteciperà a un aperitivo con imprenditori, e infine il coupe de theatre è il comizio della sera presso Quattrotorri, con i governatori Luca Zaia, Attilio Fontana e Massimiliano Fedriga.
Il messaggio sottointeso sarà: "Questi sono i governatori del buon governo del Nord, se votate per me, per noi, avrete lo stesso buon governo". Insomma, Salvini si gioca tutto in Umbria. E se la formula funzionasse riproporrebbe lo schema in Emilia Romagna, girandola tutta, ogni angolo, ogni comune, ogni frazione. "Modello che vince non si cambia". Con uno scopo: prova a dare la spallata al "governo dei poltronisti". E poi ci sono Pd e M5S, prima prova di laboratorio da compagni a Palazzo Chigi. E soprattutto primo esperimento di alleanza locale fra Pd e Cinquestelle. Il Nazareno mette le mani avanti, non è un test nazionale. E a bassa voce sussurra che "noi non abbiamo da rimproverarci nulla, stiamo facendo di tutto". In caso di sconfitta cosa potrebbe consumarsi dentro al Pd? "È difficile prevedere il futuro, ma di certo conoscendo il nostro partito vedrete che qualcuno chiederà il congresso".
Ad ogni modo lo stato maggiore del partito ha mobilitato i pesi massimi. Mai dire mai, si direbbe. Anche perché l’obiettivo finale è quello di trasformare l’alleanza di governo in un campo progressista 2.0. Non a caso il dispiegamento di forze è notevole: il segretario del Pd è stato già in Umbria lo scorso weekend. E si spenderanno per l’affaire umbro anche i ministri Roberto Gualtieri, Paola De Micheli, Dario Franceschini, Giuseppe Provenzano, l’eurodeputato Bartolo, Teresa Bellanova. Tutti in campo per sostenere l’imprenditore di Norcia, Vincenzo Bianconi. Presentissimo anche Luigi Di Maio: "In Umbria abbiamo avviato un laboratorio politico che prevede un accordo: se vinciamo i partiti e i movimenti che sostengono Vincenzo Bianconi non mettono bocca nella giunta". Ultime ore di campagna elettorale. Salvini alias giallorossi. Salvini contro tutti. Solo a quel punto si comprenderà se l’Umbria sarà per davvero l’Ohio d’Italia. E se sarà la cronaca di una vittoria annunciata.
Giuseppe Alberto Falci