Tra i tanti misteri che avvolgono le istituzioni italiane in Uruguay adesso se ne aggiunge un altro. Il progetto sul nuovo consolato di Montevideo ha già uno studio di architettura ma non se ne conosce ancora il nome. Chi ha preso questa decisione e in base a quali criteri? Insomma, a dilagare è il silenzio, cosa c’è da nascondere? Casa degli Italiani di Montevideo: un clima festivo ha accompagnato l’evento sul turismo delle radici. All’ambasciatore Gianni Piccato sono bastati pochi minuti per liquidare la vicenda del nuovo consolato nel suo messaggio di saluto nel nome di un’apparente trasparenza che puzza un po’ di farsa. Come d’abitudine le parole di Piccato si sono concentrate solo sull’autocelebrazione. Una solo concreta novità si è appresa nel corso dell’evento: è stato scelto lo studio di architettura che avrà il compito di eseguire questo progetto fortemente osteggiato da una buona parte della collettività italouruguaiana e finito anche in Parlamento.
Ma a quale studio di architettura finiranno i 44mila dollari, solo una piccola fetta di una torta ben più grande? Sul nome (così come sui costi) è ancora mistero, nessuna parola da parte dei rappresentanti diplomatici. "Questa è un’utile occasione per fare un aggiornamento sul progetto di costruzione del nuovo consolato" ha esordito Piccato secondo il quale tutto l’apparato burocratico messo in moto sta andando alla grande: "Stiamo procedendo come previsto, siamo perfettamente in linea con il piano stabilito. È stato selezionato lo studio di architettura, il contratto è stato firmato tre giorni fa. Entro metà dicembre contiamo di ricevere da questo studio il progetto esecutivo che sarà poi sottoposto all’analisi del Ministero degli Esteri. Una volta ottenuta l’approvazione, verrà realizzato il bando per il progetto di costruzione".
Sono stati 8 gli studi di architettura che hanno manifestato il loro interesse all’Ambasciata italiana in base a quanto riferito e, tra questi, 6 sono stati gli studi che hanno superato una prima fase di analisi presentando la proposta formale. Nella decisione della scelta finale dello studio di architettura sono state valutate sia "le garanzie tecniche migliori" che "i costi". Di tutti questi aspetti valutati, a dire il vero, sappiamo ben poco. Il brevissimo intervento è poi proseguito sullo stato di andamento dello sportello informativo di avenida Brasil inaugurato 2 mesi fa, un’operazione questa, che "si è rilevata molto utile tanto in termini di immagine come per il nostro lavoro effettivo" perché "ha consentito un importante alleggerimento". Le pochissime informazioni finiscono qui. "Questo non è il momento di fare conversazioni amministrative" ha sentenziato l’ambasciatore dando così inizio alla festa.
"Non è stato detto niente di nuovo. Chiederemo informazioni ufficiali e, se sarà il caso, lo faremo anche a Roma". Queste le parole raccolte da alcuni consiglieri del Comites presenti alla Casa degli Italiani e fortemente infastiditi dalle modalità scelte: "Un argomento così sensibile avrebbe meritato di essere affrontato in modo molto diverso". A differenza di quanto fatto lo scorso 17 luglio con un incontro ad hoc organizzato per informare sull’andamento del progetto, questa volta sono serviti solo un paio di minuti per affrontare un tema molto delicato che si trascina ancora innumerevoli misteri.
Matteo Forciniti