Dal "satellite a guinzaglio" (il "Tethered"), nato da un’idea di Mario Grossi, a un sistema di specchi spaziali per concentrare i raggi solari e dissolvere la nebbia (idea mai realizzata); e poi ancora il flyby di Mercurio con Mariner 10, la sonda Giotto e la cometa di Halley, la sonda Solar Probe e quell’intuizione sull’anello A di Saturno. Tutto questo probabilmente non basta a descrivere quel genio italiano che i colleghi cominciarono a chiamare "Meccanico del cielo" oppure ancora "Bepi", e che fece subito gola alla NASA. Ma chi era Giuseppe "Bepi" Colombo? Padovano, nato nel 1920 e nono di dieci fratelli, vinse una borsa di studio e frequentò la Normale di Pisa che dovette tuttavia abbandonare per prendere parte alle operazioni nel fronte orientale durante la seconda guerra mondiale: in seguito alle ferite venne decorato della medaglia al valore militare. Ma a Bepi non interessavano affatto le armi; a lui piaceva la scienza, lo spazio, e nel 1944 si laureò in matematica a Padova e nel 1945 divenne assistente di meccanica razionale.
Dieci anni più tardi divenne Professore Ordinario di Meccanica Applicata presso la facoltà di Ingegneria dell’Università di Padova: Colombo ha tenuto lezioni di meccanica celeste, geodesia spaziale, meccanica delle vibrazioni e veicoli e vettori spaziali, insegnando inoltre anche a Catania e a Modena. Dal 1964 al 1976 ha fatto parte dei comitati nazionali del Consiglio Nazionale delle Ricerche e ha partecipato attivamente a ricerche presso l’Harvard Smithsonian Center for Astrophysics, al Caltech e al Jet Propulsion Laboratory della NASA.
Dalla cattedra allo spazio: tra Mercurio e Saturno - Il nome di Colombo cominciò a espandersi a macchia d’olio grazie al suo lavoro e anche all’attività di promozione delle ricerca spaziale che fece presso l’Agenzia Spaziale Italiana, l’Aeritalia di Torino e le Università di Padova, Pisa e Torino. Correvano i tempi della corsa allo spazio e la NASA capì subito di avere davanti agli occhi un’occasione unica, da non lasciarsi sfuggire. Colombo venne così "reclutato" nel 1961, dopo il lancio del primo satellite artificiale e nel 1965 l’agenzia spaziale americana lo promosse a consulente per gli elaboratori IBM. In questi anni Colombo espresse tutto il suo genio, e le sue intuizioni contribuirono significativamente all’impresa del Mariner 10 del 1974: lo scienziato padovano infatti aveva scoperto l’accoppiamento tra rivoluzione e rotazione di Mercurio (il pianeta compie tre rotazioni intorno al proprio asse ogni due rivoluzioni intorno al Sole): Bepi, dopo aver constatato che il periodo dell’orbita del Mariner 10 dopo il fly-by di Mercurio sarebbe coinciso con il doppio del periodo di rivoluzione del pianeta stesso, suggerì di sfruttare tale risonanza per programmarne molteplici sorvoli di Mercurio.
Ne venne fuori un risultato sorprendente, frutto di un’intuizione straordinaria: la modifica di rotta venne prontamente implementata nel piano di missione dagli ingegneri e matematici del JPL e permise tre sorvoli di Mercurio, prima che la sonda esaurisse il propellente. In merito a questa impresa, Colombo dichiarò al quotidiano La Stampa: "Quella è una delle cose che mi sono costate meno fatica. È un episodio banale della mia attività scientifica: non avrei mai pensato che potesse destare scalpore". L’italiano aveva ormai conquistato il fiore all’occhiello della ricerca aerospaziale e per questo gli americani decisero di tenerselo stretto: Bepi collaborò alla realizzazione della sonda Giotto la quale, nel 1986, incontrò la cometa di Halley: fu proprio lui a suggerire il nome del pittore italiano, un omaggio alla "Natività di Giotto" della Cappella degli Scrovegni, in cui è raffigurata la cometa.
Colombo in seguito progettò la missione Solar Probe: una delle più importanti sonde spaziali sviluppate dalla NASA, allo scopo di analizzare attentamente il Sole e il suo vento solare. Dapprima programmata per il 2007, la sonda è stata lanciata con successo il 12 agosto del 2018 e dedicata allo scienziato Eugene N. Parker (da qui il nome Parker Solar Probe), l’astrofisico che per primo teorizzò l’esistenza del vento solare: la sonda sarà la più veloce della storia (velocità stimata di 300 km/s) e la prima ad avvicinarsi il più possibile al nostro Sole. Colombo promosse un nuovo tipo di radiometro e capì che la variazione di luminosità azimutale dell’anello A di Saturno è dovuta alla sua struttura spiraliforme: questa scoperta gli valse un riconoscimento speciale; gli venne dedicata infatti la distanza tra i due anelli di Saturno, la "Separazione di Colombo".
Energia pulita nello spazio, l'intuizione di 'Bepi - Colombo si spense a Padova nel 1984 ma il suo lavoro andò avanti anche grazie all’allievo Silvio Bergamaschi (principal investigator della missione TSS-1): il nome di Colombo infatti è legato principalmente al satellite al guinzaglio, il Tethered, un’intuizione di Mario Grossi di cui Giuseppe Colombo fu allievo e che contribuì a sviluppare a partire dai primi anni settanta. Colombo infatti, nel 1976, aveva ipotizzato di sfruttare la velocità della navetta spaziale (in questo caso lo Space Shuttle) e il campo magnetico della Terra per dare vita a una sorta di "dinamo" capace di generare energia. Il nostro Paese fu protagonista di un qualcosa mai visto prima e mai neanche immaginato negli States. Il Tethered Satellite System 1 (TSS-1), creato riutilizzando i serbatoi di propellente lasciati nello spazio dagli Space Shuttle, fu sviluppato dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e fu lanciato durante la missione STS-46, sullo Space Shuttle Atlantis, durata dal 31 luglio all’8 agosto 1992: furono effettuate molte scoperte sulla dinamica dei sistemi tethered, anche se il satellite, a causa di un lieve malfunzionamento del cavo che lo teneva ancorato, poté allontanarsi solo per 260 metri dallo Space Shuttle (al fronte dei 20,7 km previsti).
Una distanza però sufficiente per studiare come rilasciare, controllare e recuperare il satellite: il sistema si rivelò più facile da controllare e anche più stabile di quanto previsto anche se le tensioni e le correnti raggiunte fu rono troppo esigue per effettuare la maggior parte degli esperimenti; tuttavia furono effettuate molte misurazioni, tra cui le forze e le correnti indotte dal cavo e il comportamento degli elettroni che trasportano la corrente di ritorno. In questa missione partecipò per la prima volta un astronauta italiano, Franco Malerba. Venne svolto un secondo tentativo nel febbraio 1996 durante la missione STS-75, con a bordo dello Space Shuttle Columbia altri due astronauti italiani: Umberto Guidoni e Maurizio Cheli. Sfortuna volle che una scarica elettrica danneggiò il cavo al punto da distruggerlo quando si era ormai srotolato quasi del tutto (19,7 km): tranciato il cavo, il TSS-1R vagò nello spazio e se ne persero le tracce. In questa missione però si capì che il Tethered avrebbe potuto produrre circa 3-4 chilowatt: a capirlo fu Guidoni che, in qualità di specialista di carico utile, si occupò proprio del controllo del TSS verificando la coerenza tra i calcoli teorici e i dati sperimentali.
Bepi, eccellenza e orgoglio italiano al servizio dell'umanità - Colombo ottenne diversi premi e riconoscimenti sia in vita che post mortem come il "Premio Feltrinelli" nel 1971 e la medaglia d’oro della NASA per i numerosi successi durante l’attività svolta nel 1983. L’Agenzia Spaziale Europea (ESA) gli ha dedicato la missione "Bepi Colombo", realizzata in collaborazione con l’agenzia spaziale giapponese (AJXA) e lanciata il 20 ottobre 2018, volta all’esplorazione di Mercurio. A Colombo è stato dedicato anche un asteroide, 10387 Bepicolombo mentre l’Università di Padova ha intitolato a suo nome il Centro Interdipartimentale di Studi e Attività Spaziali. La Provincia di Padova inoltre ha istituito il premio "Bepi Colombo Prize" destinato al ricercatore internazionale che più si è distinto nei suoi studi in un particolare settore (correlabile all’ambito disciplinare di cui si è occupato Colombo); mentre a Matera gli è stato dedicato il Centro di geodesia spaziale.