Gente d'Italia

Regionali? Ok da Rosseau e… “maldipancia” a 5 Stelle

Sì alle regionali: il M5S deve partecipare alle elezioni in Emilia e Calabria, in programma il prossimo 26 gennaio. Lo ha deciso la base pentastellata votando sulla piattaforma Rousseau. Il 70% ha detto sì alla presentazione delle liste. Un risultato a sorpresa, dopo giorni di tensioni interne con i parlamentari calabresi ed emiliani che avevano puntato il dito contro il leader Luigi Di Maio accusandolo della scelta iniziale di non voler partecipare al voto. Insomma: la sentenza è inappellabile. Il Movimento deve partecipare alla contesa.  "Gli iscritti ci hanno dato un mandato chiaro" ha commentato lo stesso Di Maio che, dopo aver incassato l'esito della consultazione ha poi affermato: Ok, "correremo da soli". No, dunque, ad alleanze sul territorio. Tuttavia la scelta di affidarsi al "cervellone elettronico" ha provocato più di un malumore. A tal punto che il coordinatore dei 5 stelle in Calabria, Paolo Parentela, aveva addirittura scelto di mollare la propria carica. Malumori, quelli calabresi, che in qualche modo hanno trovato sponda anche al Nord.  Dove il Movimento emiliano ha invitato a votare "no" al quesito. “Il Movimento - è stata la riflessione - sta attraversando una fase di cambiamento. Ma mandare i cittadini nelle istituzioni è nel suo dna. Per questo vi invitiamo a votare ‘no’ al quesito proposto su Rousseau per permettere la presentazione della lista M5s alle prossime Regionali in Emilia-Romagna”. Nel post insomma, si è preferito ricordare che “tanti attivisti e portavoce dell’Emilia-Romagna" in questi mesi hanno manifestato la "volontà che il M5s si presentasse alle elezioni regionali" in programma per il prossimo 26 gennaio. Da qui la bocciatura della consultazione avviata su Rosseau. Insomma, che il Movimento sia in difficoltà lo dimostra il commento, a dir poco lapidario, del viceministro dello Sviluppo Economico, Stefano Buffagni: "Il momento di debolezza del M5s è conclamata, ma è più profonda di quello che attiene la scelta di non candidare esponenti nelle regioni che andranno al voto, e richiede un momento di discussione come quella che avremo a marzo". Ed anche il leader pentastellato Luigi Di Maio preferisce non nascondersi: "Sicuramente il Movimento è in un momento difficoltà e lo ammetto prima di tutto io. C’è bisogno di mettere a posto alcune cose".

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