Lo spaccio davanti al fast food e, dentro, nei bagni, la stanza del buco. La droga all’esterno del McDonald’s in Santa Maria Novella, a Firenze, e all’interno la consumazione dello stupefacente. Appena fuori della stazione presidiata dai militari c’è sempre qualcuno che vende la droga. I potenziali (o inesistenti, inconsapevoli) clienti letteralmente inseguiti, tampinati, nemmeno il tempo di mettere giù il piede dal treno o in procinto di prenderlo. Avviene tutto alla luce del sole, gli spacciatori onnipresenti in piazza della Stazione. Di giorno e soprattutto di sera. Giusto il tempo di sedersi a un tavolino del McDonald’s e i pusher arrivano a frotte. Ragazzi che offono erba di qualità. Prendono i soldi e fanno cenno di raggiungerli all’esterno. I vigilantes li conoscono tutti, uno per uno, e di ognuno sarebbero in grado di compilare una scheda personale. Vanno e vengono dal carcere, e una volta usciti, gli spacciatori tornano a vendere droga nello stesso punto.
Contattato da un giornalista, falso cliente del fast food e falso abituale assuntore, uno spacciatore confida di partire ogni giorno da Napoli con cinque dosi di cocaina. Incassa una bella cifra, gliela pagano settanta euro al grammo. Lo spaccio a cielo aperto e i bagni del fast food trasformati appunto in stanza del buco. La presenza dei pusher davanti alla stazione di Firenze Santa Maria Novella è capillare. Il McDonald’s che fa angolo con via Nazionale si trasforma, tutti i santi giorni, in una sorta di coffee-shop olandese. Accade ancora a dispetto di quanto disposto dal questore di Firenze: chiusura per una settimana per il fast food e licenza commerciale sospesa. Il questore aveva giudicato il McDonald’s di fronte alla stazione di Santa Maria Novella "un pubblico esercizio frequentato da soggetti che vi si recano per consumare svariati reati, dallo spaccio di sostanze stupefacenti ai reati contro il patrimonio, rendendosi talvolta autori di fatti di violenza".
Evidentemente, alla luce degli ultimi accadimenti, nulla è cambiato dopo la riapertura. Nonostante McDonald’s abbia disposto una forte e numerosa vigilanza privata. Sorvegliati persino i bagni, discrezione e privacy mandati a farsi friggere. "Ma non siamo la Digos. Chiamiamo la polizia ogni volta che vediamo qualcosa di illecito. Noi ci occupiamo di ristorazione, non del controllo del territorio". I bagni risultano puntualmente devastati. Su quattro Presenza massiccia e costante di pusher in tutte le ore del giorno e della notte ne funziona solo uno e vi si accede con lo scontrino. I consumatori di droga spaccano i bagni, ci salgono sopra con i piedi per non farsi vedere. "Si drogano poi vandalizzano tutto", riferisce un addetto alla sicurezza, piantone sull’uscio. Un altro della security si adopera tutte le sere per buttare fuori gruppi di spacciatori seduti ai tavoli. Davanti a loro non hanno consumazioni, solo la bustina di plastica azzurra. Procacciatori di clienti.
Ma perché il pusher ha con sé solo cinque dosi confezionate e detenute in un certo modo? Semplicissimo: rappresentano il limite consentito per non essere arrestato e per far sì che le dosi rientrino "nell’uso personale". O nel possesso di "modica quantità" con cui rischia solo una denuncia a piede libero. Tutto quanto proprio nel momento in cui il McDonald’s di via Nazionale si sta adoperando per rafforzare il sistema di sorveglianza con videocamere ad alta risoluzione grazie alle quali sarà possibile l’ingrandimento dei volti. Sarà così molto più effice il riconoscimento degli spacciatori. Sotto l’aspetto dello spaccio all’esterno del locale e dell’assunzione all’interno della struttura, il McDonald's di fronte alla stazione di Santa Maria Novella rappresenta una situazione di enorme gravità. Qualcosa che probabilmente non ha eguali in Italia. Quindi, il massimo sotto il profilo del paragone.
"Non esiste un termine di paragone con altre città", afferma con enorme rammarico il capo ufficio di McDonald’s Italia, Tommaso Valle. La ragione è dalla sua parte. D’altro canto, anche il resto della piazza è un mercato della droga a cielo aperto. Un supermercato, si trova di tutto: cocaina, eroina, hashish, marijuana. I pusher spesso lavorano in coppia. Sono stati firmati più volte. Uno conserva le sostanze stupefacenti nelle tasche, l’altro si dedica alla consegna della "merce", anche all’interno dei negozi. Vendono, ma a quale classe di compratori? A tutti, nessuno escluso, dal turista allo studente. E non hanno più paura della Polizia, per loro è come se non ci fosse. Fanno tutto con estrema disinvoltura, come se poliziotti e vigilantes non esistessero. Uno squallido, deprimente spettacolo di una tristezza infinita. Peggio ancora: è capitato che, durante un blitz, le forze dell’ordine abbiano subito l’aggressione di pusher che avevano ceduto la droga. Ma sapete a chi? A un gruppo di minorenni.
Franco Esposito