Alexis DeJoria ha una storia tutta particolare e non solo perchè è una dei pochi piloti d'auto donne che sono riuscite a vincere nella NHRA, i dragster, quei veicoli creati appositamente per le gare di accelerazione, con potenze dei motori che arrivano fino a 10.000 cavalli. Sette volte Alexis è salita sul gradino più alto del podio, ma durante la sua carriera ha continuamente infranto barriere in un settore fino a quel momento dominato solo dagli uomini. Successi dentro e fuori la pista. Ha cominciato a gareggiare nel 2005 nella categoria Super Gas, per poi passare alla Super Comp e dopo appena otto mesi di esperienza, aveva già vinto la sua prima gara, ha scalato tutte le categorie della NHRA fino alla Top Alcohol Funny car, dove, dal 2009 al 2011, ha gestito anche un proprio team, una delle pochissime donne a combinare i due ruoli, pilota e proprietaria. Diventando poi nel 2011 appena la seconda donna a conquistare un titolo nazionale nella Top Alcohol.
Poi nel 2011 il debutto nella potentissima Funny Car, la categoria dove i motori raggiungono una potenza fino a 10.000 cavalli. Velocità di oltre 330 chilometri all'ora con il record di 3,863 secondi per percorrere una pista di 300 metri di lunghezza. Poi ancora successi, il più eclatante al 60th annual NHRA U.S. Nationals di Indianapolis, definito come il Super Bowl del Drag Racing, prima pilota di sesso femminile a scendere sotto i 4" e anche la prima a competere in 100 gare. Protagonista in pista, ma anche fuori, perchè Alexis ha anche lanciato un programma denominato 'Free Mammograms for the Fans', per offrire mammografie gratuite alle fan della NHRA, dal Nevada al Texas. E questi sono solo alcuni dei motivi per l'ingresso nella Italian American Sports Hall of Fame che raccoglie tutti i grandi campioni dello sport italo-americano.
E per la cerimonia dedicata ad Alexis DeJoria, sul palco, assieme a lei, la leggenda più grande del motorismo italo-americano, Mario Andretti ovviamente, che per l'occasione ha ricevuto un altro grande riconoscimento dalla organizzazione guidata dal fondatore e presidente George Randazzo. E quest'anno la sede della Hall of Fame ha anche cambiato location, lasciando Chicago per trasferirsi almeno per ora a Rosemont, sempre nell'Illinois, a mezzora da Windy City. "È un incredibile onore per me - ha detto Alexis DeJoria - ricevere questo riconoscimento e quando ho saputo che ero stata selezionata ho pensato subito a mio nonno che emigrò dall'Italia negli Stati Uniti per diventare parte dell'American dream".
Nata a Venice Beach, in California, Alexis ha 42 anni e quest'anno, dopo alcuni mesi di sosta, tornerà alle competizioni con un nuovo team e, come sempre avrà dalla sua parte tutto l'appoggio delle donne che amano le corse automobilistiche, ma anche di tutti gli italo-americani. Perché da parte del padre, il suo legame con l'Italia è molto forte come anche lei ha ricordato. E la storia del padre, John Paul, può essere davvero sintetizzata come il sogno americano realizzato, in ogni suo aspetto. Infatti John Paul DeJoria è un miliardario che si è fatto completamente da solo, co-fondatore di una celebre azienda che produce prodotti per i capelli, la John Mitchell, ma anche la The Patron Spirits Company, conosciuta in particolar modo per la tequila. Ma gli inizi per il futuro miliardario non furono per niente facili.
Dopo aver passato due anni nella United States Navy, servendo sulla portaerei USS Hornet, ha fatto di tutto, dal bidello al venditore di enciclopedie porta a porta, come si vedeva nei vecchi film americani. Poi con un prestito di 700 dollari, assieme all'hair-stylist Paul Mitchell creò la compagnia, mentre viveva all'interno di una Rolls Royce vecchia di vent'anni. Poi da quel momento il successo, senza abbandonare quella stravaganza che l'ha sempre accompagnato: infatti è anche proprietario del Patron Tequila Express, un vagone ferroviario per passeggeri, costruito nel 1927, acquistato nel 1996 e per il cui restauro ha speso 2 milioni di dollari. E oltre ai soldi che spende per farlo spostare da una parte all'altra degli States, dalla Amtrak, la compagnia ferroviaria che opera negli USA e in Canada, per il solo mantenimento ogni mese gli costa $10.000.
Roberto Zanni