di ALESSANDRO CAMILLI
Gallerie, gallerie sulle strade ed autostrade, gallerie sotto le quali a decine di migliaia ogni giorno passiamo con le nostre auto, con i Tir, camion, furgoni. Ogni giorno, più volte al giorno. Duecento, addirittura duecento di queste gallerie a passarci sotto e dentro c’è pericolo. Non lo immaginavamo e anche ora che questo è scritto nel rapporto della Guardia di Finanza redatto per il Ministero dei Trasporti, si fa fatica a crederci davvero.
Eppure è vero: duecento gallerie non sono a norma, sono di fatto fuori legge. Sono di vecchia e datata costruzione in maggior parte e i materiali vanno incontro ad usura. Talvolta madre natura dà una mano con le infiltrazioni di acqua. Altre volte la mano la dà la trascuratezza mischiata all’incompetenza condita con l’ingordigia: tutte insieme fanno poca e rada manutenzione. Come che sia, duecento gallerie sono pericolose.
Pericolose quanto? Questo nessuno oggi, non certo la Guardia di Finanza, può dirlo per precisione. Può darsi che in una delle duecento gallerie fuori norma nulla accada per una settimana, un mese, un anno, cinque anni. Può darsi anche che nella stessa galleria domani o tra un mese, settimana, anno venga giù un po’ o tanta volta corrosa. Sono gallerie pericolose ma quanto pericolose è domanda senza risposta.
L’unica risposta possibile è quella di una rapida e generale manutenzione delle gallerie, manutenzione da imporre a chi le gestisce. Delle duecento gallerie pericolose ben 105 sono su tratti stradali gestiti da Autostrade, quindi quello di poca e rada manutenzione non era vizio isolato ma abitudine consolidata. Tanto consolidata da aver portato alla cifra mostruosa di 105 gallerie fuori norma.
Se oggi si passasse a bloccare per prudenza il traffico sotto queste gallerie buona parte d’Italia diventerebbe una enorme Liguria dove deviazioni, chiusure, blocchi determinano l’incredibile tortura performance di dieci ore per andare da Levante a Ponente. Oppure una replica ingigantita dell’Abruzzo dove il blocco di alcuni tratti autostradali causa non sicurezza delle barriere obbliga tutto il traffico sulle statali ed obbliga la popolazione a giorni di inferno.
Ma se si passa sotto quelle duecento gallerie dalla volta invece delle solite gocce d’acqua può venire giù intonaco, o anche di peggio. Questo lo stato delle cose, questa l’alternativa del diavolo cui i concessionari di strade e autostrade hanno costretto la collettività.
Nello stesso giorno delle duecento gallerie, i traghetti per la Sicilia, quelli denominati Caronte. Bloccati, fermati e messi sotto inchiesta dalla magistratura. Perché? Perché non a norma di sicurezza e perché l’ipotesi di reato non è solo quella di aver risparmiato dolosamente sulla sicurezza ma anche quella di aver intascato soldi e sovvenzioni pubbliche non dovuti.
Gallerie, traghetti, ponti, barriere…l’Italia fuori norma comincia a sconfinare e combaciare con l’Italia fuori legge.
ASPI: "Adeguamento in corso per il 90% delle gallerie" L’adeguamento degli impianti nelle gallerie gestite da Aspi e citate dal rapporto del Consiglio dei lavori pubblici è in corso nel 90% dei casi (in alcuni già concluso), mentre per il restante 10% sono in corso le gare d’appalto per l’aggiudicazione dei lavori. Lo precisa Aspi sottolineando che ad aprile 2019 aveva già comunicato al Mit l’elenco delle misure compensative adottate per adeguamento agli impianti delle gallerie appartenenti ai corridoi transeuropei. Aspi afferma inoltre che gli interventi previsti dalla normativa Ue non riguardano la sicurezza strutturale della gallerie.
Lo scorso 30 aprile 2019 Autostrade per l’Italia “come richiesto dalla Commissione permanente gallerie del ministero delle Infrastrutture e Trasporti, ha attivato una serie di misure compensative, avvalorate da un apposito studio sulla sicurezza”, per garantire “un livello di sicurezza e prevenzione – si legge nella nota – pari o maggiore rispetto a quello che si otterrà alla fine degli adeguamenti in corso. Tali misure consistono prevalentemente nel presidio delle gallerie per antincendio, posizionamento di vasche di riserva idrica agli imbocchi di ciascun fornice, adozione di kit assorbenti da impiegare in caso di sversamento di liquidi. Solo lo scorso 6 novembre 2019, la Commissione permanente gallerie del Mit ha indicato a Aspi la necessità di implementare ulteriori misure compensative, che la società si è impegnata ad attivare quanto prima”, confermando tuttavia “la piena idoneità dei sistemi adottati finora. Sul tema, Aspi sta mantenendo un confronto continuo con il Mit per la gestione delle attività e delle relative misure compensative”.