Fantastico week-end d’alta classifica (Inter-Atalanta, Roma-Juventus) con il Napoli che si presenta da comparsa come non succedeva da nove anni, confinato all’ottavo posto. Lazio-Napoli, stasera all’Olimpico, è pura festa laziale nella suggestione dei festeggiamenti dei 120 anni del club romano.
La Lazio dei 19 gol di Immobile, che sta andando più forte di Higuain nella stagione record del Pipita, di nove vittorie consecutive, dei due successi netti sulla Juventus, delle due ultime Supercoppe italiane vinte più una Coppa Italia, della seconda miglior difesa e del secondo miglior attacco del campionato, a sei punti dalla vetta ma con una partita da recuperare (Lazio-Verona), sembra ostacolo altissimo per il Napoli.
Imbattuta in casa (3-1 alla Juve) e irriducibile fuori (cinque vittorie su sei strappate negli ultimissimi minuti), la squadra di Simone Inzaghi è la migliore Lazio degli ultimi vent’anni dopo lo scudetto del 2000. Solo due volte terza.
L’entusiasmo è alle stelle e il club di Lotito raccoglie i frutti di un lungo, paziente lavoro con Simone Inzaghi in panchina da quattro anni e mezzo e Igli Tare formidabile direttore sportivo e attento uomo-mercato. Lotito, al contrario di De Laurentiis, ha creato nel tempo una invidiabile struttura societaria.
Il Napoli si è rimpicciolito, 15 punti meno della Lazio, 12 gol in meno, 8 gol in più, all’attivo la metà delle vittorie della Lazio, sei sconfitte contro due. Le cifre propongono un confronto impari.
La Lazio sarà distratta dalle feste dello storico “compleanno”? È la sottile speranza del clan azzurro, ma è meglio non farci conto. La Lazio è lanciata verso una strepitosa stagione e non si consente le “distrazioni” che affliggono la Roma.
Quale partita potrà fare il Napoli? La Lazio gioca col 3-2-5, come l’Inter. Colpisce verticalizzando. Ha una formidabile torre (Milinkovic-Savic 1,91) che assicura “appoggi” decisivi in area di rigore e ha, forse, il miglior centrocampo del campionato, il cuore di ogni partita che vede il Napoli in difficoltà da Ancelotti a Gattuso.
Tutto sembra contro il Napoli nel clamore di un Olimpico festante dove la squadra azzurra ha vinto le sei ultime partite contro la formazione biancoceleste, un ricordo che ora brucia perché i destini delle due squadre sono clamorosamente capovolti. Se a centrocampo il Napoli cederà le armi, il match sarà segnato. Gattuso dovrà inventarsi qualche inserimento utile per cercare di non perdere il duello a metà campo.
È ancora opportuno puntare sul disorientato Fabian Ruiz o è meglio preferirgli Elmas? La difesa sarà ancora in emergenza per le assenze di Koulibay e Maksimovic. Si può andare avanti con accorgimenti momentanei in attesa (vana?) che la squadra riprenda identità ed efficacia.
Come lavora Gattuso nella testa degli azzurri per eliminare la “paura” dopo gli errori individuali che hanno segnato le ultime sconfitte? E gli allenamenti bastano per ottenere dagli attaccanti maggiore lucidità e freddezza sotto porta?
Il calendario non aiuta con questa serie di partite, dall’Inter alla Lazio, alla Fiorentina, alla Juventus che non consente ottimismo. Il Napoli è più vicino alla zona-retrocessione (+10) che alla zona-Champions (-11). Una situazione nuova (-17 punti rispetto all’anno scorso) che rende insicura la squadra anche se non è il caso di temere il peggio.
Si guarda al mercato invernale, ma il Napoli così com’è è in grado di cavarsela in questa stagione da metà classifica (migliorarla leggermente si può). Si deve già pensare alla stagione prossima evitando di acciuffare ora acquisti di emergenza. Deve già partire, se possibile, il progetto futuro puntando sui giocatori migliori per il rilancio. Ma tutto è in sospeso, a cominciare dalla conferma o meno di Gattuso.
Questo è il momento più difficile della gestione De Laurentiis perché è definitivamente tramontata la squadra “internazionale” costruita da Benitez. Il presidente ha avuto sempre un colpo di genio per andare avanti, ma l’ultimo colpo (Ancelotti) è fallito. Ed è un fallimento che segna pesantemente il futuro del Napoli.
Mimmo Carratelli